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Pubblicato il 10/10/2014 17:05

Processo d'Appello alla Commissione Grandi Rischi, la requisitoria del Pm

processo, grandi rischi

"Si era consapevoli del rischio che si stava correndo perché alcuni studi erano stati da loro eseguiti"

Le prossime due udienza nel processo d'Appello agli scienziati della Commissione Grandi Rischi sono state fissate per venerdi' e sabato della prossima settimana. Nelle intenzioni della Corte c'e' l'intenzione di celebrarle le udienze in tutte le settimane di ottobre per definire il processo entro lo stesso mese

"La colpa degli imputati e' da attribuire all'errata e superficiale analisi degli indicatori di rischio e di una carente e fuorviante informazione di questa analisi. I profili di comportamento sono stati anche di imprudenza e negligenza, quest'ultima al limite dell'incoscienza nel tipo di valutazione, questi sono i profili di colpa. L'evento giuridicamente apprezzabile non e' il terremoto come sembrerebbe da queste cose, ma e' la morte di talune persone in occasione del terremoto. La convocazione della Commissione Grandi Rischi, all'Aquila non era per l'incontro di quattro amici al bar, la pubblicita' dell'arrivo all'Aquila degli esperti, ha creato aspettativa tra i cittadini. Bertolaso contesta un'affermazione che poteva svalutare l'opera della protezione civile sotto il profilo della rassicurazione. Bertolaso non dice che lui sa che lo scarico di energia è positivo, ma che i massimi esperti diranno che tante piccole scosse scaricano energia". Lo ha detto il Pg Romolo Como nel corso della sua requisitoria.

"La riunione della Commissione Grandi Rischi fu piu' socio-politica che non tecnica" sul fenomeno dei terremoti. Lo ha detto il Pg Romolo Como nel corso della requisitoria in Corte d'Appello. Secondo l'accusa gli scienziati non si sarebbero preoccupati di quelli che sono i compiti loro attribuiti. Quando Bertolaso dice che il compito della protezione civile e' la prevenzione di eventi calamitosi mediante l'individuazione e lo studio delle loro cause, mi sembra una questione tecnica di una certa importanza. "Invece si e' detto mah il terremoto puo' esserci come non puo' esserci, l'importante era non creare panico, l'importante era far tacere gli imbecilli. L'obiettivo per la Protezione civile era contrastare tutto questo. Si legge ancora una critica all'autorita' giudiziaria aquilana di voler fare un processo alla scienza, quasi gli scienziati siano persone indenni dal rispondere ai loro comportamenti che abbiano una rilevanza penale"

 Il Pg Romolo Como alla fine della requisitoria ha chiesto per i 7 imputati della Commissione Grandi Rischi, la conferma della sentenza di primo grado, (sei anni di reclusione) tranne la pena accessoria dell'interdizione dei pubblici uffici.

"Chiedo che vanga accolto anche l'appello del pubblico ministero (sulla morte di una donna anziana per la quale in primo grado gli imputati erano stati assolti dal giudice del Tribunale ndr) una volta che per gli altri fatti, per le altre vittime, il giudice, ha valutato l'incidenza preponderante se non esclusiva della cattiva valutazione del rischio di persone a causa delle rassicurazioni che erano state date loro, tutto cio' vale anche per la stessa. Non e' vero che era solita solo mettersi piu' vicino alla porta, il figlio ha dichiarato che la signora era stata inviata ad andarsene di casa, chiedo che l'appello del pubblico ministero sia accolto". E' stata la seconda richiesta del Pg Romolo Como al termine della sua requisitoria durata due ore circa

"Si era consapevoli del rischio che si stava correndo perché alcuni studi erano stati da loro eseguiti. Perché in quella riunione si è detto quello che risulta nel capo di imputazione, ovvero, una serie di cose ambigue che gli astanti non potevano capire, come ad esempio l'assessore Stati eletta dalla politica e non un tecnico, e proprio perchè ci sono persone così, si fa un'analisi di questo tipo. Loro erano consapevoli di quella che era la vera analisi del rischio da fare perche' l'avevano fatto in alcuni studi, alla fine loro hanno sostenuto che il fenomeno era tanto grave da aspettarselo". Lo ha detto il Pg Romolo Como durante la requisitoria nel processo d'Appello ai sette scienziati della Commissione Grandi Rischi. 

Il cronoprogramma delle udienze in Appello ai sette membri della Commissione Grandi Rischi, prevede due udienze a settimana per otto settimane. Secondo fonti della stessa Corte di Appello dell'Aquila, il collegio avrebbe fissato il venerdi' ed il sabato i giorni in cui tenere le udienze. La volonta' e' quella di chiudere entro la fine dell'anno il processo per poi decidere sul procedimento penale autonomo, ma per la stessa vicenda, nel quale e' indagato anche l'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Infatti, secondo una denuncia presentata da alcune parti civili, egli sarebbe stato l'ispiratore della riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009 nella quale sarebbe uscito il messaggio tranquillizzante per la popolazione in relazione allo sciame sismico in atto da mesi. La Procura della Repubblica voleva archiviare il caso anche per la considerazione che estendere la colpa a Bertolaso equivaleva a restringere quella della Commissione. Il procedimento e' stato avocato dalla Procura generale che nella scorsa estate ha chiuso le indagini preliminari e si appresta, ma non in questi giorni, a chiedere il rinvio a giudizio. Bertolaso, tramite il suo avvocato, ha inviato una breve memoria ma ha rinunciato a farsi interrogare.

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 Si e' aperto con la richiesta di acquisizione di nuovi documenti, tra cui stralci della trasmissione televisiva andata in onda il 2013 su Rai Tre dal titolo: "Gli irresponsabili", la prima udienza in Appello ai sette scienziati della Commissione Grandi Rischi. La richiesta e' stata presentata da alcuni avvocati di parte civile. Ferma l'opposizione degli avvocati difensori degli imputati che hanno avanzato il rigetto ed annunciando in caso di acquisizione della trasmissione, la richiesta di un incidente probatorio per l'esame tecnico e fonico. La Corte si e' ritirata per decidere. Gli unici membri della Commissione grandi rischi assenti sono Claudio Eva e Gian Michele Calvi. 

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Ci sono anche una trentina di studenti del Liceo classico "D. Cotugno" dell'Aquila, in un'apposita stanzetta riservata loro nella Corte di Appello, a seguire l'udienza ai sette membri della Commissione Grandi Rischi. I ragazzi sono accompagnati dalla docente Anna Maria Bonanni, candidata alle passate elezioni europee con il Partito "L'altra Europa coin Tsipras"

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Strada di accesso alla Corte di Appello dell'Aquila interdetta e aula di udienza off limits alla stampa. Un processo dunque 'blindato' quello che sta per aprirsi nei confronti dei sette scienziati della Commissione Grandi Rischi. Il presidente di Corte d Appello Stefano Schiro' a causa delle aule della Corte molto piccole ha deciso di tenere fuori (riservandola quella della Grandi Rischi solo agli avvocati, imputati e alle parti civili) gli organi di informazione e chiunque volesse assistere al dibattimento. Per ovviare a questa decisione di forza maggiore, e' stata allestita una sala con dei video per seguire le udienze. Amara sorpresa per gli automobilisti che si sono trovati la strada interdetta per questioni di sicurezza, ovvero quella che costeggia la Corte d' Appello, via Pile. L'organo consultivo della presidenza del Consiglio e' stato condannato nella sua composizione del 2009 per aver compiuto analisi superficiali e aver dato false rassicurazioni agli aquilani prima del 6 aprile 2009, causando la morte di 29 persone quelle per le quali i familiari delle vittime si sono costituiti parti civili. I condannati in primo grado (ottobre 2012) a sei anni di reclusione ciascuno per omicidio colposo e lesioni personali colpose sono Franco Barberi, all'epoca presidente vicario della commissione Grandi rischi, Bernardo De Bernardinis (l'unico che e' stato sempre presente in aula in tutte le udienze), gia' vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all'Universita' di Genova e Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile. Tutti in primo grado sono stati condannati in solido tra loro e con il responsabile civile (presidenza del Consiglio dei ministri, in persona del presidente del Consiglio dei ministri pro tempore), al risarcimento del danno, da liquidarsi in separato giudizio nei confronti delle parti civili con una provvisionale di 7 milioni. Il collegio giudicante e' presieduto da Fabrizia Ida Francabandera, a latere Carla De Matteis e Marco Flamini. L' accusa sara' rappresentata dal pg Romolo Como. L'udienza di oggi sara' dedicata alle costituzioni delle parti, alle eccezioni e anche alle richieste di parziale riapertura del dibattimento che le difese chiederanno.

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Tutto pronto per il secondo atto del processo piu' importanti del post-terremoto dell'Aquila, quello alla Commissione Grandi Rischi, che dalle 9.30 del 10 ottobre approdera' in Corte d'Appello all'Aquila. Si tratta dei sette scienziati componenti dell'organismo, organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio dei ministri, condannati in primo grado (il 22 ottobre del 2012) a 6 anni di reclusione ciascuno per omicidio colposo e lesioni per aver dato false rassicurazioni alla popolazione alla vigilia del terremoto del 6 aprile 2009 che causo' la morte di 309 persone. In particolare gli imputati in carica nel 2009, sono accusati di aver rassicurato gli aquilani circa l'improbabilita' di una forte scossa sismica che invece si verifico' alle 3.32. Cio' avvenne nel corso di una riunione in prefettura il 31 marzo del 2009. L'accusa aveva chiesto quattro anni per i sette imputati. Gli ex componenti la Commissione Grandi Rischi che sono stati condannati per la morte di 29 persone ed il ferimento di altre quattro, coloro, cioe' i cui familiari si sono costituti parti civili, poi divenute in tutto 56, sono: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all'Universita' di Genova e Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile. Cariche che gli imputati rivestivano all'epoca del sisma. Tutti in primo grado sono stati condannati in solido tra loro e con il responsabile civile (Presidenza del Consiglio dei ministri, in persona del presidente del Consiglio dei ministri pro tempore), al risarcimento del danno, da liquidarsi in separato giudizio nei confronti delle parti civili. L'udienza di domani dinanzi la Corte d'Appello dell'Aquila, rappresenta un appuntamento importante non solo per gli imputati ma soprattutto per la scienza tutta, spaccata tra colpevolisti ed innocentisti dopo il verdetto del giudice del Tribunale dell'Aquila, Marco Billi. Il collegio giudicante e' presieduto dal giudice Fabrizia Ida Francabandera, a latere Carla De Matteis e Marco Flamini.

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