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Pubblicato il 05/09/2012 20:08

Sciopero alla Sixty

sciopero, sixty, lavoratori

400 lavoratori fermi per manifestare contro l'incertezza del futuro dell'azienda

Sciopero questa mattina alla Sixty di Chieti Scalo. Gli oltre quattrocento lavoratori dello stabilimento dell'azienda di moda che produce che produce tra gli altri i marchi di jeanss Miss Sixty, Energie e Murphy & Nye, passato recentemente in mano ai cinesi, hanno incrociato le braccia per lo sciopero prclamato da Cgil Cisl e Uil. Nell'ambito dell'iniziativa di protesta è stato occupato in maniera pacifica, lo show room Sixsty.

Due componenti della Rsu delegati della Cgil, Marino D'Andrea e Massimo Di Francesco, si trovano da stamani nel locale ma, secondo fonti sindacali, l'intento non è quello di intralciare l'attività: i due delegati hanno dato la loro disponibilità all'azienda per l'uso dello show room ponendo la condizione che ciò avvenga alla presenza di un altro delegato sindacale. Lo sciopero è stato proclamato perché le organizzazioni sindacali non hanno avuto ancora risposte concrete sul futuro dell'azienda in merito alla transazione tra la Crescent Hyde Park, nuovo proprietario Sixty, e le banche ed a fronte del perdurare del fermo di gran parte delle attività lavorative. I dipendenti della Sixty sono 414.

Il sindaco di Chieti Umberto Di Primio e il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio hanno predisposto una nota per da inviare al Ministero dello sviluppo economico con la quale chiedono la riapertura immediata del tavolo tecnico riguardante la Sixty, tavolo gia' riunitosi lo scorso 7 agosto a Roma, al fine di avere notizie circa i rapporti intercorsi tra il Ministero e le banche creditrici dell'azienda e soprattutto per conoscere quali informazioni la nuova proprieta' della Sixty, la Crescent Hyde Park, abbia fornito al Ministero sul futuro dell'azienda.

'Esprimiamo forte preoccupazione per la disattenzione e il disinteresse manifestati dai vertici aziendali della Sixty nei confronti di uomini e donne che hanno reso grande tale importante realta' produttiva - dicono Di Primio e Di Giuseppantonio. Il silenzio del nuovo acquirente non e' certamente un buon segno per le speranze nostre e dei lavoratori. Come rappresentanti degli Enti Locali crediamo che non si possano piu' chiedere ne' sacrifici ne' ulteriore comprensione ai lavoratori e ai sindacati'.

'Riteniamo a questo punto che il Ministero, presso il quale da ultimo le parti si sono riunite, debba intervenire a tutela innanzitutto dei lavoratori e quindi del nostro territorio, che non puo' piu' subire altre perdite di posti di lavoro con gravissime ripercussioni economiche e sociali che ricadrebbero sull'intero Abruzzo e non solo sulla nostra citta'.

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