L'ex presidente dell'Aret, Giulio Petrilli, ha cominciato uno sciopero della fame e della sete totale, per protestare contro l'ordinanza della Corte d’assise di Milano che qualche mese fa ha rigettato la sua istanza di risarcimento per ingiusta detenzione. Petrilli è stato assolto, dopo sei anni di carcere, dall’accusa di partecipazione a banda armata con funzioni organizzative. "Questa mia forma di protesta, nasce dal fatto, che quando si emettono simili ordinanze, il diritto non viene più relegato ad elementi di prova, ma a valutazioni soggettive extragiudiziarie, tanto che c’è il disinteresse sul giudizio penale e sulla sentenza assolutoria", ha detto Petrilli.
Dal mese di luglio è stato presentato ricorso alla Corte di Cassazione. "In caso di un eventuale esito negativo, proseguirò inoltrando ricorso alla Corte Europea di Strasburgo e anche alla sezione Diritti Civili delle Nazioni Unite", ha detto Petrilli, "Questo mio sciopero della fame e della sete, è una denuncia di questa violazione del diritto. La privazione della libertà personale, fatta in modo illegale, va risarcita sempre, questo concetto è la base del diritto, non si può non affermare questo principio".
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