Si e' concluso con un verbale di asta deserta, stilato oggi a Chieti dal notaio Alfredo Pretaroli, il secondo tentativo di vendita all'asta della casa di cura Villa Pini di Chieti dichiarata fallita il 16 febbraio del 2010 dal Tribunale di Chieti. La struttura, appartenuta all'ex re della sanita' privata abruzzese, Vincenzo Maria Angelini e che conta circa 500 dipendenti, alcuni dei quali in cassa integrazione, era in vendita a 23 milioni e 555 mila euro.
Il termine per presentare le offerte al curatore fallimentare, Giuseppina Ivone, era scaduto ieri alle 18, ma non ne sono arrivate. La prima vendita all'asta, l'11 settembre dell'anno scorso, aveva avuto lo stesso esito: allora il prezzo era di 30 milioni e 282 mila euro. Il curatore ha convocato per domani mattina il Comitato dei creditori. Nel frattempo Villa Pini continuera' ad essere gestita dal Policlinico Abano Terme il cui contratto di affitto, gia' in fase di proroga di sei mesi, scadra' il prossimo 31 marzo.
E intanto preoccupazione viene espressa dalla Cisl Fp 'soprattutto per la continuita' di cura da assicurare ai degenti della clinica dopo il 31 marzo - dicono i segretari regionale e generale della categoria, Davide Farina e Vincenzo Traniello -. Alle preoccupazioni per la continuita'di cura si aggiungono quelle per le centinaia di lavoratori medici, operatori sanitari, tecnici, amministrativi e ausiliari che potrebbero trovarsi, dopo il 31 marzo, collocati nuovamente in cassa integrazione in deroga,con tutto cio' che questa ipotesi comporta'.
La Cisl si appella alla Curatela fallimentare e a tutte le istituzioni affinche' 'questa ipotesi nefasta per i pazienti, per i lavoratori, per il sistema sanitario teatino-pescarese e per le comunita' dell'hinterland venga scongiurata. Riteniamo - concludono Farina e Traniello - che nessuno puo' chiamarsi fuori, ma con responsabilita' bisogna, per tempo, costruire un percorso che eviti di arrivare al 31 marzo prossimo con indeterminatezza e senza aver assunto decisioni che possano trovare soluzioni in modo da poter indire una nuova asta che consenta l'aggiudicazione della clinica ad un imprenditore, che possa dopo l'acquisto rilanciare la struttura senza lacci e lacciuoli'.
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