Quasi 800 milioni di euro, 794 per l'esattezza, fino al 2016, per incentivare in tutt'Italia le stabilizzazioni di giovani tra i 18 e i 29 anni d'età. Per le aziende che, senza esservi tenute, assumono a tempo pieno e indeterminato lavoratori beneficiari di Aspi scatta un contributo pari al 50% del sussidio mensile residuo. E' uno dei provvedimenti inclusi nel pacchetto occupazione, 12 articoli nei quali c'è anche il rinvio ad ottobre dell'aumento dell'Iva al 22%.
Si stanziano poi, complessivamente, 328 milioni, dal 2013 al 2015, per interventi al Sud. In particolare, con 80 milioni si finanzia l'autoimprenditorialità e all'autoimpiego, con altri 80 milioni il piano d'azione e coesione (Pac) per progetti relativi all'infrastruttura sociale e alla valorizzazione dei beni pubblici (80 milioni), mentre i restanti 168 milioni serviranno per attivare borse di tirocinio formativo in favore di giovani, tra i 18 e i 29 anni, che non lavorano e non studiano, residenti o domiciliati nelle otto regioni del Sud: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
La sperimentazione della nuova social card, già prevista per Napoli, Bari, Palermo e Catania, viene estesa ai restanti territori meridionali con un finanziamento di 167 milioni per il biennio 2014-2015; e si amplia il periodo di utilizzo del credito d'imposta per nuove assunzioni a tempo indeterminato nel Mezzogiorno (articolo 2 del Dl 70 del 2011): il credito è utilizzabile (sempre secondo il regime della compensazione, di cui all'articolo 17 del Dlgs 241/1997) entro il 15 maggio 2015, anziché entro il periodo di due anni dalla data di assunzione. Si allungano poi al 2016 le agevolazioni fiscali previste per le annualità 2013-2015, in favore di persone fisiche e persone giuridiche che intendono investire nel capitale sociale di imprese «start-up innovative».
Si allenta la stretta sul lavoro a progetto; e sull'associazione in partecipazione si prevede una stabilizzazione degli associati con apporto di lavoro, attraverso una loro assunzione entro tre mesi. Il lavoratore dovrà firmare un atto di conciliazione (che vale come sanatoria di eventuali contenziosi pregressi), mentre il datore dovrà versare (alla gestione separata Inps) un contributo straordinario integrativo pari al 5% della quota di contribuzione a carico degli associati, per un periodo massimo di sei mesi.
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