Un impegno concreto finalizzato a 'portare avanti azioni atte a stimolare una ripresa immediata del settore dell'edilizia, con effetti positivi sull'intera economia nazionale'. E' quanto chiedono gli Stati generali Abruzzesi dell'edilizia, alla vigilia delle elezioni, alle forze politiche e a coloro che saranno eletti in Parlamento.
In un documento congiunto, Ance, Cna costruzioni, Apiedil, Confartigianato, Acai, Casartigiani, Upaclaai, Lega coop, Confcooperative, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Abruzzo sottolineano che 'e' indispensabile avere regole chiare e lanciare proposte a sostegno dello sviluppo, degli investimenti, della legalita', della qualita' del costruire e di un lavoro sicuro, stabile e professionale a favore delle imprese edili, senza pero' dimenticare il rispetto del territorio e le prerogative ambientali che contraddistinguono la regione'.
'Bisogna affrontare l'emergenza con soluzioni adeguate e con la consapevolezza che cittadini e imprese hanno assoluto e urgente bisogno di essere sostenuti, e non ulteriormente vessati da norme inique - evidenziano associazioni di categoria e sindacati -. Il sostegno che immaginiamo consiste in misure che sappiano cambiare le drammatiche tendenze in atto e creare le condizioni perche' il settore delle costruzioni torni ad essere volano di sviluppo'.
Nel ribadire la necessita' di 'una politica costruttiva opposta rispetto a quella degli ultimi decenni', gli Stati generali elencano le priorita' e le maggiori criticita' del settore: pagamenti alle imprese e debiti della pubblica amministrazione; patto di stabilita', 'principale causa del blocco dei pagamenti'; ricostruzione post terremoto; credito; fisco, perche' gli immobili attualmente 'sono in assoluto il bene piu' tassato'; mercato e concorrenza, con il settore dei lavori pubblici 'ancora eccessivamente chiuso'; burocrazia; sviluppo delle aree urbane; infrastrutture.
Associazioni e sindacati, nell'evidenziare che 'la liquidita' per le famiglie e le imprese e' ai minimi storici, con i mutui che nel 2012 si sono dimezzati', ritengono inoltre necessaria una 'politica della casa' che garantisca l'accesso all'abitazione e che promuova le logiche della sicurezza e del risparmio energetico.
Produzione ai livelli del 2000, con la perdita di circa 10mila occupati e la chiusura di moltissime imprese, cui ha fatto seguito un aumento della disoccupazione. E' l'allarme lanciato dagli Stati generali abruzzesi dell'edilizia (Ance, Cna costruzioni, Apiedil, Confartigianato, Acai, Casartigiani, Upaclaai, Lega coop, Confcooperative, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Abruzzo) che, alla vigilia delle elezioni, rivolgono un appello alle forze politiche e a coloro che saranno eletti in Parlamento.
'Gli occupati totali, secondo dati Istat - si legge nel documento -, nel 2011, sono stati circa 42mila, in flessione rispetto agli anni precedenti. Dal 2007 e' iniziata una crisi che ha portato ad una flessione del 40% sui nuovi investimenti, con pesanti ripercussioni sull'occupazione. La Cassa integrazione e' in forte aumento anche in provincia dell'Aquila, dove i lavori di ricostruzione evidentemente ancora non partono'.
L'80% del fatturato del settore edile deriva da investimenti privati (50% imprese, 30% privati cittadini), mentre 'il comparto delle opere pubbliche e' completamente fermo: gli appalti significativi possono contarsi sulle dita di una mano, le imprese sono in grande sofferenza per i lavori non pagati o pagati con ritardi che sfiorano i 12 mesi' e, in tal senso, l'Abruzzo e' tra le 'regioni meno virtuose d'Italia'.
'L'edilizia - ricordano associazioni di categoria e sindacati - rappresenta uno dei principali settori economici della regione: circa il 10% degli occupati totali, il 13% del Pil, il 30% degli occupati dell'industria, piu' di 80 settori collegati, con un fatturato diretto di circa 4,5 miliardi di euro all'anno'.
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