"L'Abruzzo e' una realta' vincente del settore farmaceutico. Nella regione sono presenti 1.200 addetti, e altri 2.500 tra indotto e beni di largo consumo per la salute, con investimenti in ricerca e sviluppo di oltre 30 milioni di euro nel 2013. E l'incidenza della farmaceutica sull'export hi tech dell'Abruzzo (71%) e' nettamente superiore a quella nazionale (54%)". E' quanto ha affermato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, parlando stamani a L'Aquila in occasione dell'evento dal titolo "Produzione di valore. L'industria farmaceutica sul territorio, un settore che peroduce eccellenza e fa crescere il Paese", ospitato nell'auditorium Dompe' del polo farmaceutico Dompe' e Menarini. Farmindustria ha iniziato nel 2012 un percorso di sensibilizzazone verso le istituzioni e l'opinione pubblica sul valore industriale e manifatturiero, molto elevato, ma spesso poco noto, espresso dalle aziende farmaceutiche sul territorio. Cosi' quest'anno, dopo avr visitato il Lazio e la Puglia, il roadshow ha fatto tappa nel capoluogo abruzzese, tra le piu' importanti province farmaceutiche. "Nell'incontro di maggio a Bari - ha ricordato Scaccabarozzi - avevamo promesso 2.000 assunzioni entro il 2015. Dall'inizio dell'anno abbiamo creato 1.600 posti di lavoro per gli under 30. Quesa e' la concretezza di chi propone, innanzitutto a se stesso, la sfida di diventare primo Paese produttore e 'hub' farmaceutico d'Europa". Le aziende del farmaco sono presenti in tutte le citta' abruzzesi, in particolare in quelle dell'Aquila - tra le piu' importanti a livello nazionale - e Pescara. L'Aquila - polo all'avanguardia per la produzione e per la ricerca, anche biotech - e' quinta in Italia per incidenza degli addetti farmaceutici (700) sul totale manifatturiero. E il valore delle esportazioni, cresciute nella prima parte del 2014 del 62%, e' pari al 27% di quelle manifatturiere della provincia. A Pescara l'export farmaceutico e' secondo in valore dopo la meccanica, con un peso del 15% sul totale della manifattura. "Risultati - secondo il presidente di Farmindustria - di primo piano che evidenziano lo stretto rapporto che c'e', e che si consolida sempre piu', tra Abruzzo e industria farmaceutica".
"Come ha ricordato recentemente l'economista Marco Fortis - ha aggiunto Scaccabarozzi - le vecchie '4A' del made in Italy (automazione, abbigliamento, arredo-casa e alimentari) si sono ormai trasformate nelle '5 M': mangiar bene, moda, mobili, meccanica e medicinali. E l'Abruzzo e' un esempio virtuoso che aiuta a capire come l'Italia puo' puntare con convinzione sulla farmaceutica, eccellenza presente su tutto il territorio. E lo dimostrano i 1.600 posti di lavoro per gli under 30 dall'inizio dell'anno".
"Sono diventati meno di 3 mila perche' 1.600 sono gia' stati assunti dal primo dell'anno. Noi quando ci siamo visti a luglio in Puglia dove era venuto il primo ministro avevamo discusso sul fatto che se in questo Paese anziche' fare quattro manovre di tagli indiscriminati alla farmaceutica si fosse data stabilita' al settore sarebbero ripartiti gli investimenti e c'erano sul piatto un miliardo e mezzo di euro di investimenti in tre anni e 1.500 posti di lavoro. Poi lui ne strappo' 2 mila io ne avevo 1.500. Quindi abbiamo fatto a settembre una prima ricognizione con gli associati e nel nostro settore sono entrati 1.600 giovani sotto i 30 anni. Questo e' un dato estremamente positivo". Lo ha detto Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, a margine di una tavola rotonda all'Aquila, parlando dell'indotto occupazionale nel settore farmaceutico.
"Abbiamo ottenuto la stabilita' - ha poi spiegato il presidente - nel senso che nelle ultime due finanziarie non ci sono stati i soliti tagli indiscriminati sempre e solo nel settore farmaceutico senza voler mettere mano veramente all'85 per cento della spesa e questo - ha aggiunto - e' stato un dato positivo. E' chiaro che c'e' ancora molto da fare". In particolare il presidente di Farmindustria ha posto l'accento sulla velocita' nell'approvazione dei farmaci in Italia "perche' purtroppo dopo il varo da parte di Ema e Aifa ci sono le procedure per i prontuari regionali e li' passa un altro anno, anno e mezzo. Questo e' un dato che interessa molto le aziende, ovvero la semplificazione della burocrazia soprattutto per gli studi clinici per i quali in Italia facciamo ingenti investimenti. Quando un paziente viene arruolato in uno studio clinico - ha ricordato - si paga tutta la degenza ospedaliera. Con la situazione che abbiamo noi in Italia degli oltre 100 Comitati etici, che sono gia' stati ridotti perche' erano oltre 200, quando arriva l'ultima approvazione del Comitato etico, succede che negli altri paesi hanno gia' chiuso l'arruolamento. Adesso c'e' una nuova norma Europea che ha recepito anche il ministero della Salute. Ci auguriamo veramente che ci possa essere un Comitato etico nazionale che quando da' l'approvazione poi l'investimento possa partire"
"Dal 2010 al 2013 l'Italia ha realizzato il piu' forte incremento al mondo di export di farmaci. Risultato che ha portato i medicinali al quarto posto, scalando una classifica che nel 1991 li vedeva al 53esimo e nel 2001 al 12esimo. Un trend di crescita che potrebbe condurli presto sul "podio". Lo ha detto il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, parlando all'Aquila nel corso del roadshow sul tema "Produzione di valore. L'industria farmaceutica sul territorio, un settore che produce eccellenza e fa crescere il Paese", ospitato nell'auditorium Dompe' del polo farmaceutico Dompe' e Menarini. "La farmaceutica - ha aggiunto - e' poi il settore con la piu' alta propensione alla ricerca: ogni anno in Italia si investono 1,2 miliardi di euro (l'11% degli investimenti totali dell'industria manifatturiera). E oltre ad avere la piu' alta produttivita' risulta essere, secondo un'analisi Istat, al primo posto nella classifica di competitivita'".
Il presidente di Farmindustria ha voluto porre l'accento anche sullo "sviluppo del network con gli attori del sistema, le partnership pubblico-privato - ad esempio per gli studi clinici - e le Pmi innovative, soprattutto nel farmaco biotech. Imprese - ha osservato - che creano valore anche grazie a risorse umane altamente qualificate capaci di attrarre nuovi investimenti dall'estero, come si evince da un recente studio di Bain & Company e Farmindustria. Secondo l'indagine la crescita della produzione farmaceutica - pari al 3% all'anno negli ultimi 10 - e' dovuta infatti per circa il 50% alla scelta delle aziende di spostare l'attivita' produttiva in Italia, per il 20% al lancio di nuovi prodotti e per il 30% alla produzione gia' esistente. E bisogna ricordare le relazioni industriali esemplari, altamente innovative e improntate alla collaborazione. Con esiti rilevanti, come testimoniano il Fonchim, strumento integrativo previdenziale. E il Faschim, primo fondo sanitario a livello confindustriale, che ha fatto registrare un boom di iscritti, passati dai 40.000 nel 2004 ai 164.000 di oggi, con numeri in costante crescita. Le aziende del farmaco, ha pertanto rilevato Scaccabarozzi, "dimostrano cosi' di credere nel nostro Paese e di essere un valore manifatturiero di eccellenza, ai primi posti per innovazione, competitivita' e ricerca"
"L'Italia puo' essere l'hub farmaceutico per l'Europa". Lo ha affermato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, parlando stamani all'Aquila. "L'industria farmaceutica - ha osservato - rappresenta un patrimonio che l'Italia non puo' perdere, con 174 fabbriche; 62.300 addetti (90% laureati o diplomati); 6 mila addetti alla ricerca e sviluppo, per il 53% donne; 28 miliardi di produzione (71% destinato all'export); 2,3 miliardi di investimenti (1,2 in R&S e 1,1 in produzione)".
"Questa - ha evidenziato il presidente di Farmindustria - e' la concretezza di chi vuole che l'Italia superi, in testa alla classifica Ue, perfino la Germania nella produzione di medicinali, diventando l'hub farmaceutico europeo. Numeri ancor piu' significativi se uniti a quelli delle aziende - fortemente hi tech - dell'indotto: 60mila addetti, 14 miliardi di fatturato e una qualita' che consente loro di essere leader mondiali, con un'esportazione fino al 95% del fatturato. E per far conoscere il valore che le 'fabbriche' hanno per i singoli territori, "Farmindustria, (l'associazione delle imprese del farmaco) - ha quindi ricordato Scaccabarozzi - sta svolgendo un roadshow dal titolo 'Produzione di Valore. L'industria del farmaco: un patrimonio che l'Italia non puo' perdere' che giunge ora a L'Aquila dopo aver toccato Sesto Fiorentino, Bologna, Parma, Monza, Latina e Bari".
"Anch'io mi sono vaccinato, ma devo essere sincero, io non lo so quale ho fatto. Io in azienda sottopongo i dipendenti ad una campagna vaccinale. Siamo noi ad acquistare i vaccini. C'e' un medico in fabbrica che procede alla vaccinazione. Se mi chiedete quale vaccino a me non interessa, mi affido a quello che mi prescrive il medico". Lo ha detto il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, a margine di una tavola rotonda organizzata nel polo farmaceutico del capoluogo di regione abruzzese, parlando del "caso" del ritiro precauzionale di due lotti di vaccino antinfluenzale prodotti dalla societa' Novartis.
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