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Pubblicato il 10/05/2015 17:05

Derivati, tra le province le più esposte sono quelle dell'Abruzzo

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 Regioni, comuni e province coprono i propri debiti con 25,5 miliardi di strumenti derivati, pari al 23,8% del totale, cioè quasi un quarto dello stock. Tra gli enti territoriali la più esposta in termini percentuali è la Campania, che arriva addirittura a coprire il 91,3% del proprio debito con gli strumenti di finanza derivata. Mentre i comuni che optano per i derivati sono soprattutto quelli dell'Umbria, dove vengono utilizzati per coprire il 44,7% del debito. Tra le province le più esposte sono quelle dell'Abruzzo, che hanno scelto i derivati per coprire il 63,2% del debito. E quanto emerge dai dati della Corte dei conti relativi al 2013, elaborati dall'Adnkronos, secondo cui il debito complessivo degli enti locali e territoriali ammonta a 107,2 miliardi. Oltre la metà dei derivati è in mano alle regioni, con 14,8 miliardi di esposizione (pari al 28,1% del debito totale di 52,8 mld). Altri 8,1 miliardi sono in mano ai comuni (pari al 17,9 % del debito totale di 45,3 mld) mentre l'esposizione delle province si ferma a 2,6 miliardi (pari al 28,4% del debito complessivo di 9,2 mld). L'esposizione delle regioni ammonta al 28,1% del debito (che comprende anche mutui, obbligazioni, ecc.), sale di poco quella delle province, che arriva al 28,4%, mentre i comuni si fermano al 17,9%. Nell'attività svolta dalle sezioni regionali di controllo sono state rilevate diverse violazioni, come ''contratti di finanza derivata caratterizzati da notevoli squilibri e aleatorietà sin dal momento della stipula'', mentre altri contratti hanno ''prodotto flussi negativi'' che contribuiscono a ''creare una situazione di forte incertezza sulla tenuta degli equilibri di bilancio''. La Corte dei conti ricorda di essere impegnata da anni sul fronte dei derivati utilizzati dagli enti, che hanno evidenziato ''profili di criticità piuttosto elevati, considerata sua l'incidenza di tali strumenti sullo stock complessivo del debito sia l'inadeguatezza degli apparati preposti alla loro gestione''

 Tra le regioni ben il 34,5% dell'ammontare complessivo dei derivati è in mano alla regione Campania, che ha puntato tutto il suo debito sullo strumento finanziario (91,3%). Seguono a grande distanza il Piemonte, con 1,8 miliardi di derivati (pari al 25,5% della copertura del proprio debito) e il Lazio con 1,6 miliardi (pari al 10,5% della copertura del debito). Gli enti territoriali più esposti in termini percentuali, dopo la Campania, sono la Liguria, che copre il 73,9% del proprio debito con i derivati, e l'Umbira, che si ferma al 68,9%. Passando agli enti locali, la Corte dei conti spiega che i contratti derivati censiti presso la banca dati della magistratura contabile sono complessivamente 533, di cui 433 stipulati dai comuni e 100 dalle province. I comuni della Lombardia risultano essere i più esposti in termini assoluti, con 2 miliardi di contratti vigenti su un totale di 8,1 mld, seguiti dei comuni dalla Campania con 1,8 miliardi. In termini percentuali il primo posto va invece ai comuni dell'Umbria, che utilizzano i derivati per coprire il 44,7% del proprio debito. Passando alle province, il primo posto per 'nozionale' spetta alla Lombardia, con un'esposizione agli strumenti derivati per 945 milioni su un totale di 2,6 mld, seguita dalle province del Piemonte, con 296 mln e della Calabria con 272 mln. In termini percentuali le province più esposte sono quelle dell'Abruzzo, che utilizzano i derivati per coprire il 63,3% del proprio debito, seguite da Lombardia e Campania (con il 46,9% e il 46,8%). 


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