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Pubblicato il 06/01/2013 23:11

Teramo Lavoro, i dipendenti lasciano la sala provinciale

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Catarra: sarà difficile reintegrare in futuro tutti e 110 i lavoratori

Dopo un incontro con il presidente della Provincia di Teramo, Valter Catarra, avvenuto a tarda ora nel corso della notte e dopo un ulteriore tavolo di trattativa con il sindacato, i dipendenti della Teramo Lavoro che avevano occupato la sala consiliare in segno di protesta contro il mancato rinnovo dei loro contratti, hanno lasciato la Provincia.

"Abbiamo esperito tutti i tentativi e abbiamo ascoltato tutti i pareri possibili, non c'e' alcuna via amministrativa e giuridica per tentare la strada della cassa integrazione, cosi' come legittimamente chiesto dai sindacati - ripete Catarra. Non e' possibile stipulare una nuova convenzione con la Teramo Lavoro, anche per pochi giorni, senza avere a monte un capitolo di spesa dedicato e noi, ora, non lo abbiamo perche' non abbiamo fondi nostri, gia' spesi per anticipare quelli dell'Fse sospesi; non ancora abbiamo un atto amministrativo per certificare le risorse del nuovo Por e non abbiamo piu' fondi nei settori perche' abbiamo dovuto azzerare interi capitoli di spesa dopo le decisioni del Parlamento".

Per i dipendenti della Teramo lavoro si apre la strada della disoccupazione anche se Catarra ha ribadito l'impegno dell'amministrazione nei confronti della societa' in house e dei sindacati. Quindi, una volta che la Regione e le quattro Province avranno concluso il percorso per l'assegnazione dei nuovi fondi regionali dell'Fse - circa 800 mila euro - prevedibilmente entro febbraio si apriranno due scenari.

"Se i dirigenti ci diranno che e' possibile che la Teramo Lavoro richiami il personale gia' selezionato, sulla base degli obiettivi del nuovo Por, saranno individuate le figure professionali necessarie e la societa' le fornira'; se si deve andare ad una nuova selezione sara' fatta una nuova selezione. Considerata comunque la riduzione delle risorse e l'obbligo da parte della Provincia, diventato ente intermedio, di assicurare i servizi essenziali con i propri dipendenti mi pare prevedibile che sara' difficile reimpiegare tutti e 110 i dipendenti ma sono comunque questioni che andranno valutate a tempo debito".

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