Nella nuova cornice di The Urban Box, spazio polivalente in cui arte e commercio si fondono insieme, spostatosi da poco più di un mese nel pieno centro di Pescara, in via Piave, Alessandro D'Aquila torna in Abruzzo. Il giovane artista, che si divide tra Milano, dove lavora, e la sua terra natia, riscopre le origini creative digitali concentrandosi sullo stile della grafica pubblicitaria ed esponendo un nuovo progetto intitolato "In principio era il verbo, e oggi? Loghi Comuni". Inaugurata lo scorso 23 aprile, la mostra sarà visitabile fino al 23 maggio.
Sette opere stampate su forex, in cui i nomi di alcuni famosissimi brand si dissolvono nel linguaggio braille, elemento distintivo dell'arte di Alessandro, rimanendo, eppure, riconoscibili a qualsiasi osservatore. Una sfida ironica che mette alla prova i nostri sensi riuscendo a evidenziare come il potere del moderno sistema economico ci accomuni rendendoci, forse, vittime di un'offerta globalizzata.
"Ho cercato di analizzare i concetti di consumo e di mercato nel mio stile, e ho pensato che un logo, di fatto, sia riconoscibile anche modificandone una parte. Ovviamente mi riferisco a brand molto noti" spiega l'artista. "Approfondendo le origini del termine, logos in greco antico significa parola, verbo, e se in principio, come dice la Bibbia, era il Verbo divino, al contrario, oggi, il logos comune è il comprare, diventato ormai un vero e proprio linguaggio universale, che ci accomuna tutti".
Coca-Cola, Mc Donald's, Google, Facebook, Nike, Starbucks, Apple. Dal food, all'abbigliamento, per finire ai colossi del web dove pubblicità e shop online si scatenano rendendo tali piattaforme complici delle nuove tendenze consumistiche. "Per sviluppare al meglio il progetto ho lavorato su un materiale industriale, abbandonando i supporti precedenti come fogli, tele e polaroid. Queste sono vere e proprie insegne, hanno un formato molto più grande paragonate alle mie solite creazioni, e ho utilizzato volutamente colori molto accesi e piatti, per riprendere l'idea che questi fossero dei messaggi commerciali. La mia è un'evoluzione stilistica, perché ho preferito concentrarmi molto sul linguaggio e sulla forma di comunicazione".
Quest'ultimo percorso è nato dopo aver lavorato al nuovo logo di The Urban Box, che l'amico Lorenzo Marone ha chiesto ad Alessandro per il cambio di location. L'idea dell'insegna e della grafica pubblicitaria ha generato nuove idee fino alla realizzazione di un vero e proprio progetto artistico. "E' molto bello ricevere stimoli da ciò che fai e da ciò che ti circonda. Sono sempre alla ricerca di novità, e adoro visitare mostre e studiare i grandi nomi del passato. Sul brand della Coca-Cola, ad esempio, avevano già lavorato artisti come Warhol e Schifano, ma sono convinto che partendo da un input esterno si possano creare nuove declinazioni seguendo le proprie idee e il proprio linguaggio".
Ma se i loghi entrano nel nostro dna rendendoci schiavi del commercio e di continue stimolazioni visive, Alessandro ammette di non voler accusare in alcun modo questo torbido meccanismo. "Il verbo del dio consumo non è visto in chiave negativa, la mia è solamente una constatazione. È vero che siamo bombardati, ma nel momento in cui non viviamo in funzione di qualcosa, allora perché dovremmo attaccarlo? Questa è la società moderna, è la nostra vita, il risultato della globalizzazione. Il compito dell'artista è quello di evidenziare, non di accusare o di fare retorica. Ognuno, poi, è libero di rispondere come meglio crede: ci si può sentire indignati perché sto mostrando come un logo sia riconoscibile anche osservandone una sola parte, oppure si può prendere questo come un gioco e divertirsi. Per me è pura ironia!".
La prossima tappa della mostra sarà a Caserta, nella Galleria Studio Legale con la quale Alessandro sta collaborando. "Quest'anno ho girato molto tra le città di Bologna, Milano e Pavia, soprattutto con il gruppo dei Fu*Turisti, con i quali sto lavorando a un bel progetto a Salsomaggiore" conclude l'artista. "Mi sto concentrando per comprendere al meglio il mondo milanese, ma non riesco a dimenticare la terra che amo e dalla quale cerco sempre di fare il primo passo. E' come se dovessi partire dall'Abruzzo per poi poter andare oltre".
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