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Pubblicato il 16/09/2015 10:10

Bangland, dalle origini al boom di Venezia

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di Giulia Grilli

Sono scomparse le facce tese alla RòFilm di viale Bovio, a Pescara, quelle dei giorni che hanno preceduto la partenza per il Festival di Venezia, in cui il crescente pathos e le paure annebbiavano il sicuro e meritato successo che Bangland ha di fatto ottenuto.

 

Agli inizi era un fumetto. Qualche disegno buttato giù da un appena diciannovenne Lorenzo Berghella, un genio inconsapevole, taciturno e schivo, iscritto a quella che allora era la RòFilm Scuola di Cinema, oggi IFA. Dopo aver visionato le bozze del loro studente, l'entusiasmo di Alessandro e Cristiano Di Felice, della RòFilm Casa di Produzione, spinge i fratelli ad addentrarsi in un campo a loro ancora sconosciuto, l'animazione. Dalla collaborazione dei tre nasce un corto, Too Bad, e da lì l'evidenza di avere tra le mani qualcosa di innovativo, artigianale e stupefacente. Da Spielberg presidente degli Stati Uniti alla pedofilia e al razzismo, la narrazione, sin da subito, punta il dito sulla società moderna americana, e non solo.

 

 

Il tempo trascorre lento fino ai primi contatti con potenziali distributori durante il Mip di Cannes, poi il riconoscimento di premi in numerosi festival internazionali, soprattutto quelli statunitensi. Nel 2014, l'incontro con Assante e Castaldo segna la creazione della serie Too Bad in onda durante il loro programma WebNotte. E poi? Lo zampino del produttore Gianluca Arcopinto dirige tutti verso un action movie dal titolo Bangland, un'evoluzione naturale di un ricordo lontano nato, ormai sei anni fa, su pochi fogli bianchi.

 

Oggi negli occhi di Alessandro e Cristiano brilla una stella, i loro sforzi sono stati ripagati e ciò che sembrava inimmaginabile si è realizzato lasciando tutti senza fiato. Appena tornati da Venezia raccontano sorridenti del Premio SIAE Talento Emergente 2015 assegnato a Lorenzo per il suo capolavoro. Bangland, infatti, era in lista nelle Giornate degli Autori, quella sezione parallela del più noto Festival del Cinema dai Leoni d'oro in cui i nuovi talenti vengono individuati, riconosciuti, e consacrati.

 

 

Un cast artistico tutto abruzzese quello che ha dato forma al progetto, partendo da Berghella, passando per i Di Felice e terminando con i docenti e agli allievi della scuola IFA. "Stando fuori da ogni circuito cinematografico di sistema, ci siamo ritrovati in provincia a credere in un fumetto" racconta Cristiano. "Con il corto e la serie, il genio di Berghella era emerso ampiamente, solo un cieco avrebbe potuto negarlo! Ma partire da pochi disegni per realizzare un action movie è stata pazzia, o forse lungimiranza. Ancora me lo chiedo".

 

"Due under 40 come noi che, non potendoselo permettere, e ancor prima di pensare alla loro carriera, investono su un giovane ventenne richiede una dose di coraggio. Ma noi ci abbiamo creduto sin dall'inizio, e abbiamo sempre deciso di andare avanti con tenacia" aggiunge Alessandro.

 

Nessun appoggio istituzionale o finanziamento pubblico. Solo l'entusiasmo e i sacrifici di due giovani trentenni hanno reso possibile che questa storia non rimanesse chiusa in un cassetto. Ma la famiglia di Bangland si è decisamente allargata nell'ultimo periodo ed è approdata a Venezia così: Alessandro e Cristiano Di Felice e Gianluca Arcopinto sono i produttori per Axelotil e RòFilm, con la partecipazione del Collettivo Mina e della scuola di cinema IFA. La distribuzione, invece, è affidata alla Pablo e alla Kio Film.

 

 

"Essere a Venezia durante le Giornate degli Autori è stata la consacrazione di un sogno, ma l'aver ricevuto il premio SIAE è qualcosa che non ci saremmo mai aspettati" racconta Alessandro. "L'ansia cresce se pensiamo al fatto che lo stesso premio l'anno scorso fu vinto da Gomorra la serie. Ci sentiamo una responsabilità addosso, ma in questo momento ci godiamo ancora la felicità".

 

Irriverente, visionario, scomodo e anticonformista, Bangland ha rotto gli schemi imponendosi con un nuovo linguaggio cinematografico. E allo stesso modo, la semplicità che caratterizza una squadra genuina, lontana dallo scintillio delle feste mondane, ha trasformato l'arrivo del team a Venezia in "un'invasione hip hop durante una serata di danza classica".

 

Molteplici i contatti internazionali dopo la visione del film, e crescenti le possibilità di vedere Bangland in Italia. Tante, tantissime anche le paure: "Spente le luci dei riflettori tutto potrebbe ridursi a una bolla di sapone" confessa Cristiano. "Ma io credo che i risultati arrivino con il tempo", conclude Alessandro, "e di sicuro continueremo a lavorare con Lorenzo Berghella, su questo non ci sono dubbi. Certo, al termine dell'emozionante settimana veneziana, l'unica domanda che ci tormenta è: cosa accadrà adesso?".

 

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