Gloria Sulli, la scultura ha un’anima
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Pubblicato il 26/04/2013 16:04

Gloria Sulli, la scultura ha un’anima

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di Giulia Grilli

Gloria Sulli è esile, timida e di poche parole. Sono le sue sculture a parlare per lei: un mondo di scheletri animali che con la loro energia comunicativa si allontanano dall'idea della morte per avvicinarsi a un viaggio attraverso l'anima e le emozioni. Animarium, infatti, è la prima personale di Gloria, inaugurata il 14 aprile presso l'Alviani ArtSpace di Pescara, all'interno dell'Aurum, e che proseguirà fino al 25 maggio.

Prima di accedere all'area espositiva è necessario attraversare un percorso mistico. L'opera site specific realizzata dal maestro dell'optical art Getulio Alviani durante il Fuori Uso del 1995, è un tunnel che gioca con il bianco e il nero, con le tenebre e la luce, ed è l'ingresso dello spazio che ospita le sculture della giovane pescarese.

Lucia Zappacosta, direttore artistico dell'Alviani ArtSpace, spiega come Animarium derivi in primo luogo dall'idea dell'anima "perché il fatto che le sculture siano degli scheletri animali non fa altro che mettere in luce la loro vera essenza. Ma il termine animarium, nel linguaggio circense, indica la parte del circo dedicata agli animali esotici e particolari. Ecco quindi il gioco tra anima e creature singolari, quelle presentate da una giovane artista locale come Gloria".

Un dragone alato, due gatti che litigano, due cani, una coppia di conigli in amore, topolini curiosi, un gruppo di uccelli che ricordano dei polli e delle ali di farfalle. Un mondo immaginario che parla di emozioni umane, queste sono le sculture di Gloria.

 

Come ha avuto inizio il tuo percorso artistico?

Ho studiato presso l'Accademia delle Belle Arti di Firenze e sono sempre stata contaminata da tutto ciò che mi circonda. In famiglia ho respirato arte e artigianalità sin da piccola, avevo un nonno fabbro e l'altro falegname e ne sono molto orgogliosa, credo di aver ereditato da loro la manualità. Sono dieci anni che mi dedico seriamente alla scultura, l'ho scoperta in accademia dopo aver notato di avere un'innata attrazione nei confronti dei materiali. L'approccio artistico a Firenze è stato molto classico e pesante, quindi la mia ricerca è andata concentrandosi verso la leggerezza, abbandonando la pietra e il bronzo sui quali ho studiato e mi sono rotta le ossa. Poi il mio percorso accademico è terminato, sono stata all'estero per un anno e infine ho deciso di tornare qui a Pescara per dedicarmi alla mia arte.

 

Perché hai scelto la scultura come espressione artistica?

È la forma d'arte che si avvicina di più a me e al mio carattere, e poi ho bisogno di avere le mani in pasta, di lavorare fisicamente l'opera. Mi piacciono gli oggetti in 3d che si possono toccare e che occupano uno spazio ben definito. Penso che la scultura sia meno intellettuale della pittura perché è più immediata, parla un linguaggio più diretto rispetto alle altre forme d'arte che necessitano di una maggiore interpretazione.

 

Animarium si concentra sugli scheletri animali. A cosa è dovuta questa scelta?

In realtà trovo molto affascinante lo scheletro in sé, ma soprattutto mi permette di fare disegni nell'aria usufruendo di un grande gioco di pieni e vuoti. Credo che racchiuda l'essenza, la struttura di tutto e mi permette di riportare la scultura alla sua parte essenziale. Ogni animale ha il suo scheletro, ma dovremmo soffermarci a pensare che la costruzione è quasi sempre uguale, che tutti abbiamo le stesse ossa. E' interessante mostrare gli aspetti comuni tra esseri viventi.

 

Qual'è il messaggio delle tue opere?

Attraverso gli animali e le loro pose volevo sicuramente esprimere emozioni, utilizzando l'idea del movimento, volevo cercare di animare l'essenza di queste creature. Il drago, ad esempio, ha alla base un significato molto profondo. Costruendolo sono partita dal dragon kampf, un concetto di Jung secondo cui ognuno di noi combatte una guerra interiore contro le energie negative o le parti più represse. Questa lotta porta ad un processo di individuazione dell'essere, alla ricerca del sé. E io, attraverso le mie sculture, sono alla continua ricerca di me stessa.

 

Qual' è il materiale utilizzato per queste sculture?

Le mie opere hanno una struttura di ferro ricoperta di rete di metallo riempita in ogni foro da poliuretano espanso. Questo è un materiale innovativo, che ho deciso di sperimentare perché rende le sculture rigide, ma allo stesso tempo flessibili. Ho iniziato ad utilizzarlo circa un anno fa e lo porterò avanti perché credo possa darmi molte soddisfazioni.

 

Per Gloria la scultura è parte della sua vita, è il suo modo di comunicare con il mondo, perché si definisce una ragazza silenziosa e con poca vita sociale. L'ultima domanda va a Lucia, direttrice artistica trentatreenne a cui è stata affidata la programmazione dell'Alviani ArtSpace.

 

Lucia, perché hai puntato proprio su Gloria?

Il suo lavoro è totalmente innovativo e volevo portare in questo spazio una mostra di un artista del luogo perché è importante mostrare al pubblico cosa succede nel nostro territorio. La scultura di Gloria parla un linguaggio nuovo, e malgrado per lei sia un modo per conoscersi meglio, credo anche che dica molto del futuro di tutti. L'idea dello scheletro animale che alberga in ognuno di noi, e la perizia con cui lei porta avanti la sua arte, sono dei punti di forza non trascurabili. La creatività è una cosa molto seria, viene fuori da un ordine mentale e da una grande ricerca. Credo che Gloria si stia focalizzando su un progetto davvero impegnativo perché dietro ogni opera ci sono molte ore di lavoro. L'arte deve stupire, sia in positivo che in negativo, deve trasmettere un'emozione e se così non è qualcuno ha sbagliato qualcosa.

 

 

 

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