Attende seduta ad un tavolino di un bar nel centro di Montesilvano, penna in mano e taccuino pieno di parole. Bionda, con qualche rasta che sbuca dalla chioma sciolta. Lei è Mara Patricelli e, rapita dalla scrittura di qualche pensiero, sembra non curarsi delle chiacchiere mattutine di sottofondo miste all'odore del caffè. Questa giovanissima pescarese, classe 1991, con gli occhi azzurri e i lineamenti dei paesi nordici, è pronta a parlare della sua arte fotografica e dei risvolti dell'anima.
Amante della natura e degli animali, si dedica alla creazioni di oggetti attraverso il riutilizzo di materiale di scarto per dare vita a lampade, tende, collane o qualsiasi cosa che la ispiri al momento.
Ma è la macchinetta fotografica la sua vera passione, e la continua ricerca del particolare nascosto che sfugge agli occhi di chi non ha il tempo di cogliere le sfumature.
Il suo primo approccio con la fotografia risale alla seconda media, durante un laboratorio. Poi l'acquisto della macchinetta analogica e il passaggio finale a quella digitale. Frequenta la facoltà di psicologia di Chieti e collabora con uno studio di design. Mara ha ancora l'età giusta per guardare con ottimismo al futuro e per sognare la diffusione dell'arte in una città come Pescara.
Partiamo dalla fotografia. Quali sono i soggetti che preferisci immortalare?
Non prediligo le persone, preferisco gli oggetti inanimati. Con le prime macchinette andavo al mare, o mi fermavo a qualsiasi oggetto per strada che pensavo non c'entrasse nulla con l'ambiente circostante. Ho continuato così fino a creare io stessa le composizioni da fotografare, come quelle con i fili elettrici colorati, o le luci, che assumono forme astratte per smaterializzare l'oggetto.
Perché secondo te la fotografia è lo specchio dell'anima?
Quando faccio una foto cerco di cogliere quel piccolo particolare, il dettaglio momentaneo che magari qualcun altro per distrazione non è riuscito a vedere. Sono convinta che le cose istintive e quelle che balzano all'occhio siano un riflesso dell'anima. Le foto in cui ritraggo i fasci di luce sono proprio l'espressione del concetto di energia, talmente forte da uscire fuori da un corpo per rispecchiarsi nell'obiettivo. In questo periodo della mia vita, poi, mi sto avvicinando al buddismo e mi sto rendendo conto di quanto la spiritualità e la psicologia non siano altro che lo stesso argomento analizzato da due punti di vista differenti. Mi piace giocare su questo aspetto per metterlo in mostra con le immagini.
C'è un fattore comune tra gli oggetti che catturano la tua attenzione?
Non lo so con precisione, ma solitamente sono attratta dagli oggetti messi in disparte. Come l'ultima cosa buttata nell'angolo dell'armadio. Preferisco queste cose piuttosto che il paesaggio favoloso che tutti possono ammirare. Il piccolo oggetto è qualcosa che in pochi vedono e immortalandolo riesco a metterlo in mostra, a dargli una nuova vita. E' il particolare nascosto ad attirare la mia attenzione, come un movimento di una persona in completa naturalezza.
Cosa cerchi di esprimere con le tue foto?
Il mio punto di vista, quello che osservo, che mi ha colpito in un determinato momento. Sicuramente cerco di suscitare delle emozioni in chi guarda le mie foto, e mi piace quando qualcuno mi dice che nelle mie immagini ha visto qualcosa di completamente diverso da ciò che io ho colto. A volte mi rendo conto che quella piccola cosa che a me ha rallegrato, ad altri ha suscitato tristezza, e allora ho la conferma che tante possono essere le sfaccettature di un unico dettaglio. Quando la foto è piatta, non comunica niente, o comunica a tutti la stessa cosa non sono riuscita nel mio intento.
Quando la fotografia diventa arte?
Quando riesce a suscitare emozioni. Non deve ritrarre per forza un oggetto, potrebbe benissimo essere l'immagine di una persona al bar che beve il caffè. Di per sé la foto potrebbe sembrare banale, ma chi la osserva può essere colpito dalla naturalezza di un gesto, dal particolare di un attimo. Trovo, però, che l'arte moderna si sia lanciata in un susseguirsi di forme che, a volte, non comprendo. Parlo di performance particolari, che sfiorano la volgarità, il macabro, che ciò nonostante sono visibili in famose gallerie internazionali. L'arte oggi è alla portata di tutti, mentre prima solo chi aveva talento era un vero artista. E' come se fosse inflazionata, e allora non si sa più cosa inventare. Sarebbe necessario ristabilire un equilibrio, delle regole perché ci sono troppi cani sciolti.
Che esposizioni hai fatto fino ad oggi?
Ho esposto a Roma, in due locali, allo Zoo Art di Ortona, al BR1 Culturla Space di Montesilvano Colle, al Lalla, al Groove, a Vini e Oli qui a Pescara, poi a Penne e in ultimo a The Urban Box. Faccio parte di un collettivo nato a gennaio 2013, Mixed Salad, che raggruppa una trentina di ragazzi abruzzesi, ma anche persone di Roma, Bologna e Carrara. Il nostro scopo è di organizzare mostre, eventi, sia in spazi espositivi che nei locali notturni. Vorremmo promuovere l'arte in questa città utilizzando tutte le possibilità che abbiamo.
E il progetto di diffusione dell'arte nei locali funziona?
E' un tasto particolare. Abbiamo visto che in certi luoghi le persone fanno tutto tranne che vedere un quadro, anzi, nemmeno se ne accorgono. Molti bevono e rovesciano vino o birra rendendo le tele peggiori di una tovaglia! In realtà dipende tutto dal luogo in cui esponi e dal proprietario del locale. A volte basta una luce, un faretto, togliere i quadri dal muro quando la situazione si fa più caotica. Credo che il connubio arte e divertimento notturno possa esistere se organizzato nel modo giusto. In fondo, si tratta di dare la giusta importanza alla creatività.
Secondo te a Pescara è difficile fare arte?
Farla è semplicissimo, sponsorizzarla molto meno. Questa è una nuova era per l'arte, che esula dalla concezione del quadro con la cornice in una mostra. I mezzi per esporla, oggi, sono molteplici ma non tutti comprendono le novità. Manca cultura, perché le persone non guardano al di fuori di questa città. Quando dico che sto provando a fare la fotografa, tutti mi chiedono se faccio foto ai matrimoni e quanto guadagno. Le persone ti guardano male se provi a parlare del tuo desiderio di fare arte, c'è molto scetticismo. Ma penso sia solo un blocco momentaneo, e spero che tutto migliori. Mi piace essere ottimista...
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