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HOME » L'INTERVISTA » NATALE CON LA COMETA, TUTTO NELLE MANI DEL SOLE
Pubblicato il 18/01/2014 11:11

Natale con la cometa, tutto nelle mani del Sole

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di Giulia Grilli

E' grande come una città, con un diametro di 5 km, ed è diretta verso il Sole. E' la cometa Ison, battezzata così dagli astronomi che la stanno monitorando grazie all'utilizzo di un'armata di satelliti tra le più avanzate della storia. Ison potrebbe splendere nei nostri cieli in modo spettacolare, più luminosa della Luna piena. Tutti gli occhi sono puntati sulla cometa del secolo. Questa la storia del corpo celeste che potrebbe accompagnarci durante tutte le prossime vacanze di Natale.

 

 

21 settembre 2012. All'imbrunire gli astronomi orientano i telescopi nel cielo per quella che dovrebbe essere un'osservazione notturna di routine, ignari del fatto che avrebbero scoperto qualcosa che non avevano mai visto prima. Si presenta come un puntino di luce insignificante, ma uno sguardo ravvicinato svela che si tratta di una stella fuori dal comune. E' una nuova cometa, Ison, e si trova a 900 milioni di km di distanza, nelle profondità del sistema solare. Gli scienziati si impegnano ad osservarla con una precisione senza precedenti, e il suo arrivo è atteso con molta trepidazione.

Date recenti, come il 15 febbraio 2013, ci ricordano quanto il nostro pianeta sia vulnerabile di fronte agli impatti di corpi che provengono dallo spazio. In molti ricorderanno il frammento di roccia, del diametro di poco più di 15 m, precipitato verso la Terra nei cieli della città russa di Čeljabinsky e disintegratosi nell'atmosfera. Con un diametro di 5 km, Ison si dimostra molto più pericolosa del meteorite di Čeljabinsky. A pochi giorni dalla scoperta della cometa, il Minor Planet Center inizia il calcolo delle direzioni possibili di Ison.

Con l'ausilio del materiale della comunità mondiale degli astronomi vengono calcolate 600 traiettorie possibili, e alcune orbite portano la cometa incredibilmente vicino alla Terra. Ma è solo grazie ad uno studio incrociato con i dati del passato, e alla scoperta che Ison è stata già catalogata anni prima, come osservazione non identificata, che il numero delle orbite si restringe da 600 a una, lontana 65 milioni di km dalla Terra. Siamo salvi, almeno per questa volta. Si scopre così che il 28 novembre 2013, Ison sfiorerà uno degli ambienti più inospitali del sistema solare, il Sole stesso. Il conto alla rovescia per il perielio ha inizio.

 

Gennaio 2013. Ma perché Ison è una cometa unica nel suo genere? La risposta è nello studio della sua orbita, che si rivela una traiettoria unica. Gli scienziati individuano le origini di Ison in quella che viene chiamata Nube di Oort, ovvero una gigantesca nube di comete, circa 2 trilioni per l'esattezza. Tutto risale ai tempi della formazione dei pianeti. Circa 4 miliardi e mezzo di anni fa il sistema solare è nato da una nebulosa di gas e polvere. È come se tutti i granelli avessero iniziato a roteare attorno al sistema solare in ordine sparso. In seguito, sotto l'influenza della gravità, alcuni di questi granelli hanno cominciato ad attaccarsi in piccoli blocchi, formando, infine, i pianeti. Molte masse si sono unite tra loro, mentre altre si sono allontanate creando la Nube di Oort, schizzando via verso i punti più gelidi dello spazio cosmico, e viaggiando per miliardi di anni. Uno di questi frammenti è Ison. È una rivelazione che ha dello straordinario: questa cometa è la particella di ghiaccio e roccia ancora intatta esclusa dalla formazione del sistema solare. All'interno di questa capsula del tempo ci sono importantissimi indizi sulle evoluzioni del nostro pianeta.

 

 

10 aprile 2013. La cometa continua ad avvicinarsi e si trova all'interno dell'orbita di Giove. È così vicina che gli astronomi, grazie al satellite APPLE, riescono ad ottenere immagini più dettagliate, che rivelano qualcosa di intrigante. Si sta creando un enorme strato esterno, simile alla nostra atmosfera, attorno al nucleo della cometa. Ison è una nube di gas in eruzione che sta attraversando un processo chiamato sublimazione.

 

2 ottobre 2013. Ora Ison si trova a 350 milioni di km dal Sole. La cometa è abbastanza vicina per permettere agli astronomi di studiare meglio la sua composizione. Dalle osservazioni effettuate nell'Apache Point Observatory in New Mexico, ed elaborando la spettroscopia, gli scienziati hanno osservato la scia di Ison, l'atmosfera gassosa che circonda il suo nucleo ghiacciato. Uno dei dati ottenuti è il tasso di produzione d'acqua della cometa, e analizzando gli spettri atomici si evidenzia l'ossigeno atomico presente. Ison produce vapore acqueo mentre continua a scaldarsi, e questo è uno dei primi rilevamenti d'acqua nella cometa. Ciò significa che quando Ison si è formata l'acqua era già presente.

 

 

19 novembre 2013. Ison sta per vivere la fase più delicata dei suoi 4,5 miliardi di anni di vita. Dopo aver sfiorato Mercurio avrà il suo incontro ravvicinato con il Sole. Alle comete radenti piace vivere il pericolo, ma la domanda è: come può un oggetto ghiacciato sopravvivere al passaggio vicino al Sole? Verrà distrutta dalla sua ferocia? O riuscirà a sopravvivere? Molti sono gli astronomi che pensano che questi siano gli ultimi attimi di vita di Ison. La corona solare emette luce ultravioletta, la temperatura raggiunge oltre i 2 milioni di gradi centigradi, e sono presenti campi magnetici estremamente potenti. Qui le comete si avventurano a proprio rischio e pericolo. Quando Ison passerà vicino al Sole subirà tutta la forza del suo vortice.

 

28 novembre 2013. Le prossime ore saranno decisive per Ison, nella sua distanza minima dal Sole. Per i nostri scienziati sarà il giorno in cui potranno scoprire il destino della cometa del secolo. Hanno ipotizzato diversi scenari. Il primo ha a che fare con le intense radiazioni solari: se il ghiaccio della cometa dovesse evaporare si disintegrerebbe, scomparirebbe dai satelliti e la perderemmo di vista per sempre. Un altro scenario ha a che fare con l'immensa forza di gravità del Sole che allungherebbe il nucleo della cometa. Se la sua struttura non fosse abbastanza resistente potrebbe disintegrarsi completamente. Questo genererebbe un favoloso fascio di luci visibile dalla Terra. C'è anche un'ultima ipotesi, secondo cui Ison potrebbe sopravvivere, attraversando l'incandescente corona solare per poi spuntare dall'altra parte tutta d'un pezzo. Questo vorrebbe dire che a dicembre potremmo vedere Ison sfrecciare nei nostri cieli. L'attesa è quasi terminata. Tra poco il destino di Ison sarà noto a tutti e solo allora potremo conoscere il capitolo finale della vita di questa incredibile cometa. Se dovesse sopravvivere, sarebbe possibile osservarla in tutto il suo splendore fino all'Epifania.

 

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