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Pubblicato il 30/10/2013 12:12

"Spero di guarirmi". Nunzio Sulprizio nella storia (1817-1836)

varrasso, nunzio sulprizio

di Antonio Alfredo Varrasso

Le due giornate di incontro culturale, dedicate alla figura di Nunzio Sulprizio (1817-1836), in Pescosansonesco, si sono sviluppate nella cornice maestosa di un paesaggio impagabile, avendo innanzi, non solo fisicamente, proprio il borgo antico del Paese, ove ebbe i natali e dove visse gli anni della fanciullenza e dell'adolescenza.
Come è noto, il programma degli interventi ed iniziative collaterali era particolarmente nutrito e ciò ha comportato un impegno, non solo organizzativo, di un certo spessore. Crediamo però che il convegno abbia raggiunto un primo suo scopo, del resto dichiarato espressamente nelle premesse, vale a dire quello delle coordinate storiche della figura e dell'età di Nunzio Sulprizio, in Abruzzo ed a Napoli.
I materiali presentati, infatti, che saranno raccolti nel volume degli Atti, ci propongono ricerche, per certi versi innovative, che ben affrontano il problema storico della figura di Nunzio, ricollogandolo nel concreto del tempo e dello spazio. Ed anche la dimensione eminentemente spirituale del momento vissuto a Pescosansonesco, con le sue inevitabili implicazioni sulla auspicata canonizzazione del Beato Nunzio, s'è potuta giovare ampiamente del rigore analitico e presentativo dei principali nodi storici affrontati.
Partendo da Pescosansonesco, un paese ‘teramano' della Valle del Pescara, dei primi decenni dell'Ottocento, anche la vicenda coeva napoletana è stata ampiamente illuminata. La cultura medico-scientifica, la dimensione ospedaliera ed assistenziale del più grande Ospedale del Regno, gli Incurabili, ove Nunzio trascorse circa due anni, ma anche la dimensione religiosa ed istituzionale della Capitale meridionale, in età di Restaurazione, hanno costituito aspetti integrativi di un dibattito incentrato sulla figura di Nunzio, ma che ha teso a ricostruirne i rapporti concreti con il suo mondo.
Per cui , se Lui, concretamente, sottrae questo lembo d'Abruzzo ad un anonimato sociale, per molti versi e fin qui perpetuatosi ed infravisto, in forme devozionistiche spontanee e per certi versi incontrollabili, ma che rimane inconsapevolmente avvertito dalla gente, al tempo stesso ha indirizzato chiaramente lo sguardo storiografico alle realtà ambientali che accolsero Nunzio ed in cui si collocò.
Sentire, ascoltare dalla viva voce di illustri studiosi che quella nostra è stata occasione di vera e propria scoperta di Nunzio Sulprizio, se ci conferma nella consapevolezza del progetto culturale, al tempo stesso ci ravviva in un impegno, che con la pubblicazione degli Atti incentiverà ulteriormente la ricerca storica e, al pari, l'iniziativa storiografica.
Il ricordo, poi, della Beatificazione del Sulprizio, avvenuta il 1° dicembre 1963, per opera di Paolo VI, è stato proposto, lungi da ogni retorica occasionale, ricostruendo i presupposti teorici, direi ideologici dei personaggi che l'hanno preparata e gestita e questo ha elevato il tono di un dibattito sulla santità contemporanea di ampio respiro, recuperandone, con attenzione, come dicevo, gli aspetti culturali salienti.
Il problema della canonizzazione del Sulprizio, a cui si guarda con una comprensibile apprensione dai Naturali e non solo di Pescosansonesco, in questo modo, ricondotto ad un più intelligibile equilibrio di fede e di devozione, che sono propri del culto cristiano, si è manifestato, dialetticamente, nella sua valenza storica effettiva, contribuendo a ricompattare una aspirazione identitaria molto forte delle persone e, al tempo stesso, accrescendone la consapevolezza religiosa nel contesto sociale attuale.
Perciò il nostro incontro, illustrato anche dalla presenza dell'Arcivescovo di Pescara Penne, Mons. Tommaso Valentinetti, ha assunto le vere e proprie caratteristiche di un dialogo fecondo!
Particolarmente avvertiti, poi, proprio su di un piano di religiosità autentica e vissuta, sono stati gli intensi rapporti che legarono e stringono ancora le Genti di Pescosansonesco a Napoli, a San Domenico Soriano, ove è la sepoltura di Nunzio Sulprizio e, direi, anche, come nell'esperienza di chi scrive, con quel caposaldo di storia e di cultura, che é l'Archivio Storico dell'Arcidiocesi napoletana, diretto da Mons. Illibato, che ha letteralmente aperto le porte alle nostre necessità di ricerca e di studio!
La presenza, durante il convegno, di un ritratto del Beato, attribuito a Gennaro Maldarelli ed offerto temporaneamente dalla Comunità di San Domenico Soriano, contribuiva a quella morale unità di intenti e rafforzava quella vicinanza effettiva da tutti sentite e finalmente espressesi, nei fatti e con le parole, in gesti di profonda condivisione e commozione. Per questo la Comunità di Pescosansonesco, l'11 gennaio 2014, si recherà in Napoli, presso la tomba di Nunzio e restituerà quel quadro, in cui la facies del Beato dice tutta la storia di un rapporto indissolubile con il Paese natale.
E, non da ultimo, mi piace sottolineare un ulteriore aspetto del momento vissuto attraverso il convegno e cioè quello di una rinnovata riflessione sul ruolo e sulla vita del santuario diocesano di Pescosansonesco, che si propone come un punto di riferimento essenziale di un vasto territorio, per credenti e non, comunque tutti sentitamente accomunati, quali ‘uomini di buona volontà', in una profonda e vissuta riflessione sulla luminosa lezione di vita del Beato Nunzio Sulprizio.

 

 

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