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Pubblicato il 26/11/2013 23:11

Forza Italia passa all'opposizione

berlusconi, governo, opposizione, l'aria che tira

Silvio Berlusconi mette tutti nel mirino, oltre al Pd che a suo dire riesce ad eliminarlo politicamente solo attraverso le procure, c'e' l'ex delfino Angelino Alfano e, per la prima volta cosi' apertamente, anche Giorgio Napolitano. Al Capo dello Stato il Cavaliere, cosi' come tutto il gruppo di Forza Italia, chiede che ci sia una presa d'atto formale di una nuova maggioranza: noi siamo all'opposizione, il Quirinale non puo' fare finta di nulla e non rimandare il governo alle Camere per un voto di fiducia. Se cio' non dovesse avvenire il Capo dello Stato verrebbe meno alla suo ruolo super partes diventando regista di un'operazione politica. Un ragionamento condiviso dai parlamentari azzurri riuniti oggi alla Camera per certificare l'addio al governo, annunciato poi dai due capigruppo al presidente della Repubblica ed al premier in una telefonata.

La richiesta degli azzurri pero' e' destinata a cadere nel vuoto visto che il Colle, dopo un incontro con lo stesso presidente del Consiglio, ha fatto sapere che la verifica sara' con il voto di fiducia alla legge di stabilita'. Una presa di posizione che non piace agli azzurri pronti ad alzare le barricate. Iniziando con la piazza di domani. Li', davanti alla residenza romana di Berlusconi, a pagare il conto piu' salato sara' pero' l'ex segretario del Pdl. Cio' che tutti si aspettano e' infatti che domani il Cavaliere dal palco della manifestazione organizzata davanti palazzo Grazioli punti il dito contro il ministro dell'Interno additandolo come 'traditore'. Una definizione circolata spesso, ma mai pronunciata direttamente e in pubblico. Ma a far traboccare il vaso, si osserva dalle parti di via del Plebiscito, sono state le parole pronunciate oggi dallo stesso Alfano che ha imputato a Forza Italia il tentativo - sbagliato - di ''sabotare Letta''.

Nel pomeriggio l'ex premier ha anche valutato di prendere qualche ora di riposo lontano da Roma. L'idea era di passare la serata ad Arcore con la famiglia per far rientro domani nella Capitale. Appuntamento rimandato a domani, subito dopo il comizio, saltando cosi' l'appuntamento con il salotto di Bruno Vespa dove, in diretta, avrebbe commentato l'esito del voto di decadenza. A rendere nota la rinuncia a Porta a Porta e' stato lo stesso Vespa che ha parlato di "pressioni della famiglia" che lo avrebbero indotto al rientro ad Arcore. Resta confermato, ovviamente, il comizio dove ad attenderlo nel pomeriggio ci sara' il popolo azzurro chiamato a raccolta davanti la sua residenza. Una scaletta della manifestazione non c'e' ed al momento l'idea e' quella di farlo intervenire a meta' pomeriggio per oscurare, anzi, snobbare il voto di palazzo Madama. La strategia, nonostante la rinuncia a Porta a Porta, non cambia pero' e prevederebbe una "rappresaglia" mediatica per denunciare ''l'omicidio politico''. La manifestazione di domani avverte Berlusconi ''e' solo l'inizio. Io - aggiunge - non ho intenzione di andarmene ma continuero' a difendere la liberta'". Nessun passo indietro dunque nonostante la preoccupazione, ripetuta anche ai parlamentari azzurri, di finire immediatamente nel mirino delle procure: ''Mi hanno detto che c'e' una gara di velocita' tra i pm di Milano e Napoli su chi riesce prima ad agguantarmi"

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