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Pubblicato il 03/11/2013 23:11

I Ministri Pdl difendono il Governo Letta e allontanano il rischio scissioni

berlusconi, alfano, quagliariello, lupi, fitto

I ministri del Pdl scendono in campo per sgombrare il campo della battaglia interna dalle minacce alla tenuta delle larghe intese. Sulla tenuta del governo, insieme agli equilibri interni al partito, Angelino Alfano sta giocando il suo braccio di ferro con il Cavaliere, che dovrebbe incontrare di nuovo all'inizio di questa settimana. I suoi 'innovatori', che conterebbero tra le loro fila una trentina di senatori, sono abbastanza da scongiurare ancora una volta la sfiducia. Da Enrico Letta, che in settimana potrebbe incontrare i gruppi Pdl, il vicepremier ha ottenuto garanzie sulle modifiche alla legge di stabilita'. Al termine di una nuova giornata di attacchi di lealisti e falchi sul fronte della legge di stabilita', Maurizio Lupi afferma che la manovra deve essere migliorata, ma non puo' essere trasformata in una "assurda resa dei conti interna". Nelle ultime 48 ore, dopo che Silvio Berlusconi ha proclamato l'intenzione di "non arretrare" sulla legge di stabilita' e ha evocato la possibilita' di sottoporre i temi economici, cosi' come la sua vicenda personale, al giudizio delle urne, si sono fatti martellanti gli interventi dei falchi del Pdl. "Vogliamo migliorare la legge di stabilità - dice Lupi - nell'interesse dei cittadini o trasformarla in una assurda resa dei conti interna al Pdl sulla pelle degli italiani?", e' la domanda retorica che pone ai colleghi di partito. Poi fissa i paletti dei governativi: "Insieme con Berlusconi vogliamo continuare a lavorare per l'unita' del nostro partito, sostenendo questo governo e migliorandone l'azione. E' il modo di fare politica - sottolinea - che in questi 20 anni Berlusconi ci ha sempre testimoniato".

Il centrodestra, afferma Gaetano Quagliariello, non deve perdere "la capacita' di parlare al Paese senza ripiegarsi al proprio interno": in gioco c'e' "la sorte del sistema politico". Sul fronte interno, i ministri assicurano di voler lavorare per l'unita' e di non subire il fascino di scissioni o tentazioni neocentriste. Ma chiedono garanzie. Non possono accettare di allinearsi firmando il documento dell'ufficio di presidenza, come gli ha chiesto il Cav e oggi anche Fitto gli chiede di fare. Nel nuovo partito, che non dovra' "cavalcare le paure degli italiani", serviranno "regole di democrazia - dichiara Beatrice Lorenzin - che permettano una leale convivenza tra anime diverse ma non incompatibili". E' questa la richiesta a Berlusconi. A lui i lealisti ribadiscono di voler consegnare pienamente la guida del partito: "Chi non e' d'accordo dovra' spiegarlo", dice Fitto. Ma non e' scontato, secondo i governativi, che in Consiglio nazionale abbiano numeri cosi' ampi. Roberto Formigoni assicura infatti che gli alfaniani hanno un terzo delle firme, forse piu'. "Non ci faremo asfaltare", dice Fabrizio Cicchitto. "Per raggiungere l'unita' - avverte Enrico Costa - il Cn non deve essere trasformato in una rissa all'ultimo voto".

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