Avanti tutta, con il massimo impegno possibile, "fino alla fine della legislatura". Matteo Renzi in due ore e mezzo risponde alle domande dei giornalisti nel corso della conferenza stampa di fine anno, riservando battute e citazioni. Su giustizia, fisco, scuola, lavoro, riforme: "In questi mesi è cambiato il ritmo della politica" e "il percorso di cambiamento è sotto gli occhi di tutti. Il premier spazia dai provvedimenti economici al cantiere delle riforme, elettorale ed istituzionali. E affronta con estrema cautela la questione della successione di Giorgio Napolitano, rispetto alla quale Silvio Berlusconi è legittimato dagli elettori a sedere al tavolo che porterà a scegliere il nuovo inquilino del Colle. "Ci sono i numeri per eleggere il Presidente della Repubblica se e quando avverrà il passaggio necessario", assicura, negando nel contempo la fosca previsione di Ugo Sposetti che ha parlato di 220 franchi tiratori: "Non ci saranno", garantisce Renzi. Tuttavia, al premier interessa precisare che "un Presidente della Repubblica c'è e svolge con dedizione, efficacia, ed energia encomiabili" il suo compito e "avremo il dovere di esprimergli il nostro grazie, e lui avrà il diritto al nostro grazie" ma "fino a quel momento", cioè delle dimissioni, "ogni discussione è vana". Alla domanda se il prossimo inquilino del Colle dovra' essere un tecnico, Renzi ricorda le funzioni prettamente ''politiche'' del Capo dello Stato. Nessuna ipotesi sui nomi, anche quella che indicherebbe in Romano Prodi un possibile candidato di pacificazione.
Sul rapporto con l'ex Cavaliere, però, Renzi chiarisce una volta per tutte che Silvio Berlusconi è interlocutore legittimato dagli elettori e dal fatto che senza di lui non esisterebbe Forza Italia: "Se qualcuno -afferma- pensa che possa esistere Forza Italia senza Berlusconi, auguri. E' una valutazione che nemmeno ai teorici del girotondismo più puro può venire in mente". E ancora: "Berlusconi guida un partito che alle europee ha preso il 16% dei voti" ed è "naturale e fisiologico che possa stare al tavolo dell'elezione del Presidente della Repubblica, senza diritti di veto, che nemmeno il Pd ha". In sostanza, viene confermato il patto del Nazareno sulle riforme e anche in vista del passaggio per l'elezione del Capo dello Stato le parole del premier sono di rassicurazione nei confronti del leader Fi, almeno sul piano dello spirito necessario per arrivare ad un nome. Quanto alle riforme, il 'treno' procede speditamente, anzi: "Se anche ci fosse il quorum" in Parlamento "faremo mancare i voti necessari, perchè devono essere gli italiani a decidere'' attraverso il referendum. Quanto alla legge elettorale, "immaginiamo di approvare" l'Italicum al Senato "entro gennaio'' e poi tornare ''in tempi rapidi'' alla Camera, senza temere troppo le migliaia di emendamenti annunciati dal leghista Roberto Calderoli: "Siamo grandi esperti di 'canguri'", dice il premier ricordando quanto accaduto in occasione dell'analoga situazione che si presentò con le riforme istituzionali. Nel merito, nessuna contrarietà "alla clausola di salvaguardia sui tempi di entrata in vigore" della nuova legge elettorale, "però arriva alla fine". "Il punto di discussione -spiega il premier- è chiudere sulla legge elettorale. Siccome questa legge elettorale la useremo nel febbraio 2018, se qualcuno vuole mettere la clausola di salvaguardia nel 2016, siamo disponibilissimi a discuterne in tutte le sedi e in tutte le salse. Però si fa la legge elettorale, iniziare a dire prima, a mettere le mani avanti, voglio prima la clausola di salvaguardia, sembra il tentativo di non voler realizzare questo risultato".
Renzi difende anche la riforma del finanziamento pubblico dei partiti e le scelte in materia di lotta alla corruzione. La prima "non è stata una risposta emotiva, ma giusta e sacrosanta: chi ruba, ruba, e va messo in galera. Non è che siccome uno ruba -ha aggiunto- allora bisogna fare una legge diversa. La legge per me va benissimo, non la cambiamo, noi non abbiamo licenziato nessuno, abbiamo fatto le cene in modo evidente, abbiamo fatto iniziative di fundraising che dovranno essere incrementate e incentivate". Sul fronte anti corruzione, avverte, "gli sconti si fanno al supermercato, non ai corrotti". Il presidente del Consiglio, rispetto alle critiche dell'Anm al pacchetto anticorruzione, sottolinea che "gli italiani si aspettano che i magistrati, come fa il 99% di loro, parlino con le sentenze".
Renzi ha sottolineato di aver voluto inasprire le sanzioni dopo aver visto che un politico che si proclamava innocente, poi ha patteggiato: "Va bene patteggiare, ma poi restituisci il maltolto", è stato il ragionamento del premier. E comunque sul fronte della riforma della giustizia, "stiamo riducendo molto" i tempi dei processi e "con il processo telematico da qui ad un anno saranno modificate le regole del gioco anche sui processi
Il premier, verso la conclusione della conferenza stampa, indica il suo approccio al ruolo che ricopre e lo spirito con cui affronta la mission di far ripartire l'Italia in Europa: "Le polemiche non le ho fatte, me le sono prese: rispondo passo dopo passo, botta dopo botta: non mi faccio venire meno l'autostima per l'ironia o gli sfottò. E' meglio essere giudicato arrogante che essere giudicato disertore". E ancora: ''Può accadere che si fallisca ma non può accadere che non ci si provi'', scandisce il premier che si rispecchia nell'immagine di 'motivatore', come Al Pacino in 'Ogni maledetta domenica': e allora il 2015 ''sarà un anno difficile ma particolarmente entusiasmante''. La sfida è chiara, contro tutti coloro che scommettono sul fallimento: ''Combatterò fino all'ultimo giorno costi quel che costi perchè l'Italia abbia il peso che le spetta nello scacchiere internazionale'' e "ci proverò fino all'ultimo giorno di questa legislatura, fino all'ultimo giorno del mio mandato, fino all'ultimo giorno del mio impegno in politica, che non è finalizzato ad aggiungere una riga al curriculum ma alla costruzione di un Paese più degno di questo nome, che è bellezza''
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