"Lo studio MasterCard Treat Index ha rilevato che, nonostante il clima economico, per gli Europei e' importante concedersi dei piccoli piaceri" commenta Jennifer Palmer, responsabile European Consumer Credit & Charge per MasterCard. "La ricerca ha evidenziato che i piaceri personali sono fondamentali per il nostro benessere -continua Palmer- con oltre un terzo (36%) degli intervistati che afferma che il motivo principale per farsi un regalo e' risollevare il morale. Altre ragioni principali sono l'avvicinarsi dei weekend (26%) e i festeggiamenti (24%). Ovviamente, il motivo principale per acquistare regali per gli altri e' il desiderio di rallegrare familiari e amici (58%)". In tutti i paesi e' emerso che ci si concede con piu' regolarita' piccoli piaceri come pranzi e cene fuori, takeaway, cioccolatini, caramelle e dolci, confermando il fatto che sono proprio gli acquisti piu' piccoli a influenzare positivamente l'umore. Un dato interessante e' che articoli come il caffe' e il formaggio sono considerati piccoli piaceri necessari in paesi come Italia e Francia, mentre gli acquisti piu' importanti, per esempio gioielli e vacanze sono chiaramente catalogati come acquisti di lusso. Le donne spendono maggiormente in vestiti, borse e scarpe rispetto agli uomini che di solito spendono di piu' per Dvd, Cd o videogiochi. In Italia, le donne tendono ad acquistare soprattutto in occasione del loro compleanno (25%), mentre gli uomini sono piu' generosi a Natale (30%). Inoltre, quando si tratta di acquistare un regalo per altri, il 28% delle donne si rivolge alla famiglia, mentre gli uomini e' il partner il principale destinatario (25%). La psicologa Linda Papadopoulos commenta: "I risultati evidenziano una spesa eterogena per i piaceri personali nelle diverse nazioni, a causa di intrinseche ragioni culturali ed economiche. Per esempio, ci sono paesi famosi per l'atteggiamento stai calmo e tira avanti o che sono piu' riservati, come il Regno Unito, che spende molto meno di altri paesi come la Germania dove la gente non si sente altrettanto colpita dalla recessione. Tuttavia, dai risultati del sondaggio risulta chiaro che, indipendentemente da cultura, economia o definizione di piacere personale nelle varie nazioni, non si puo' sottovalutare l'importanza della sensazione di concedersi gratificazioni, attraverso attivita', giorni liberi o l'acquisto di qualcosa di nuovo, specialmente nell'attuale clima economico"
Secondo la Commissione europea, il fatto che circa una pmi su tre non sia riuscita ad ottenere l'intero finanziamento bancario che aveva preventivato per il 2013, "convalida la percezione fondamentalmente negativa delle pmi in merito alla capacita' delle banche di concedere credito". E' stato respinto il 13% delle richieste di credito, mentre nel 16% dei casi l'importo concesso e' stato inferiore a quanto richiesto. Il 2% delle imprese ha inoltre respinto l'offerta di credito ricevuta dalla banca in quanto ha ritenuto inaccettabili le condizioni proposte, mentre il 7% delle pmi non ha neanche presentato domanda nel timore di vedersela respingere. Si e' trattato in particolare delle compagnie giovani: l'11% di coloro che hanno avviato l'attivita' da 2 a 5 anni fa non ha fatto richiesta di finanziamento in previsione di un rifiuto. Secondo ilsondaggio e' piu' alta la probabilita' che le imprese di recente formazione e di minori dimensioni ricevano solo parte del finanziamento richiesto o addirittura un rifiuto netto. Le maggiori percentuali di rifiuti si sono riscontrate tra le microimprese, quelle con meno di 10 dipendenti, con il 18%, e tra le pmi in attivita' da meno di 2 anni, che rappresentano il 28% dei casi. Per dare un'idea, sono stati rifiutati finanziamenti alle imprese di dimensioni maggiori (con 250 addetti o piu') solo nel 3% dei casi. La scarsita' di garanzie reali o altre condizioni poste dalle banche, quali la presenza di garanti, costituiscono gli ostacoli piu' frequenti frapposti alle imprese che si rivolgono alle banche, seguite dall'eccessiva onerosita' dei tassi di interesse. Una delle alternative, il finanziamento con capitale di rischio, e' stata invece adottata solo dal 5% delle pmi.
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