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Pubblicato il 07/07/2013 10:10

Cgia, l'indebitamento delle famiglie è aumentato del 36,5%

osservatorio, cgia

Dall'inizio della crisi l'indebitamento e' aumentato del 36,5%, anche se nell'ultimo anno e' in calo. Bortolussi: "L'insicurezza legata alla crisi economica, al timore di una impennata dei tassi di interesse e, in particolar modo, alla paura di perdere il posto di lavoro ha indotto moltissime persone a concentrare le proprie entrate e una parte consistente dei risparmi al pagamento dei debiti". Secondo un'analisi realizzata dall'Ufficio studi della Cgia dall'inizio delle crisi a fine 2012 l'indebitamento delle famiglie italiane e' cresciuto di 134 miliardi, pari ad un aumento percentuale del 36,5: in termini assoluti ha toccato quota 501,58 miliardi di euro, anche se va evidenziato che la punta massima registrata in questi ultimi anni e' stata raggiunta alla fine del 2011, con 506,2 miliardi di euro . Dalla Cgia sottolineano che tra il 2007 ed il 2012 l'inflazione e' aumentata dell'11,2%.
L'indebitamento medio delle famiglie italiane e' di 19.387 euro, mentre le province piu' esposte con il sistema bancario sono quelle lombarde: al primo posto troviamo Lodi, con un dato medio per famiglia pari a 27.831 euro, seguono Monza-Brianza, con 27.628 euro, Milano, con 27.407 euro e Varese, con 25.968 euro. Niente a che vedere con gli importi che caratterizzano le realta' provinciali meno esposte con il sistema bancario: Vibo Valentia, con 9.094 euro, Enna, con 8.551 euro e l'Ogliastra, con 8.408 euro. Per indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane si e' inteso quello originato dall'accensione di mutui per l'acquisto di una abitazione, dai prestiti per l'acquisto di auto/ moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc. Come mai le famiglie italiane nell'ultimo anno hanno ridotto lo stock di debito? "Ho l'impressione- spiega Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia- che nell'ultimo anno molte famiglie abbiano deciso di saldare i propri creditori a scapito dei risparmi e dei consumi. L'insicurezza legata alla crisi economica, al timore di una impennata dei tassi di interesse e, in particolar modo, alla paura di perdere il posto di lavoro ha indotto moltissime persone a concentrare le proprie entrate e una parte consistente dei risparmi al pagamento dei debiti".

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