Addio ceto medio. Gli italiani si sentono sempre piu' poveri, in cima alle loro proccupazioni ci sono l'incertezza economica e la paura di perdere il lavoro, e ad aumentare il loro 'timore' verso il futuro cotribuisce anche l'instabilita' politica. Per dirla con Ilvo Damanti, e' l'Italia della ''grande incertezza'' quella fotografata nel settimo 'Rapporto sulla sicurezza e l'insicurezza sociale in Italia e in Europa', realizzato per conto di Fondazione Unipolis da Demos&Pi e Osservatorio di Pavia e presentato questa mattina a Milano. Secondo lo studio, per il 73% degli italiani l'incertezza economica e' l'emergenza numero uno. Il 50% di loro ha come paura principale quella di perdere il lavoro. Ma e' soprattutto la consapevolezza di essersi progressivamente impoveriti e di non far parte della 'classe media' a caratterizzare lo stato d'animo degli italiani dopo 5 anni di crisi economica. L'85% ritiene che le distanze tra 'chi ha poco' e 'chi ha molto' sia parecchio aumentata negli ultimi dieci anni. Risultato? Per la prima volta, la maggioranza degli interpellati (il 52%) colloca la propria famiglia nella classe sociale 'bassa e medio bassa'. Appena otto anni fa, invece, il 60% degli italiani si considerava appartenente al ceto medio e soli il 28% tra i ceti medio - bassi. La societa' italiana, insomma, ''scivola verso il basso'' - sono ancora parole di Diamanti - e a farne le spese sono soprattutto i giovani: quasi il 60% degli italiani ha come sua principale 'paura' il futuro dei figli, al punto che la maggior parte delle persone (67%) e' convinto che emigrare all'estero sia la sola speranza possibile per i propri ragazzi. Ad alimentare ulteriore preoccupazione e sfiducia degli italiani c'e' poi la politica. Considerata incapace di risolvere la crisi e i problemi economici del Paese, la politica e' essa stessa diventata un fattore di insicurezza: il 68% si dichiara ''frequentemente'' preoccupato per ''l'instabilita' politica''.
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