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Pubblicato il 19/11/2013 19:07

Censis, il 49,3% degli italiani non è fiducioso il futuro

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L'Italia e' "sempre piu' 'giardino del mondo', fatto per la buona cucina, fare vacanze e divertirsi , ma non per lavorare e, meno che mai, se si e' giovani": e ad avvantaggiarsene sono i "politici, sindacalisti e finanza globale" mentre i piu' penalizzati sono giovani, precari, disoccupati, laureati e diplomati. Questo il quadro che emerge da una ricerca del Club dell'Economia, in collaborazione con il Censis, La ricerca presentata dal presidente dell'istituto di ricerca, Giuseppe Roma, in occasione del premio "Ezio Tarantelli", rileva un dato allarmante: quasi la meta' degli Italiani (49,3%) pensa che il Paese "non riuscira' a risalire la china" della crisi economica

La ricerca, ha spiegato il presidente del Censis, mette in evidenza che agli intervistati e' stato innanzitutto richiesto quali categorie o gruppi sociali traessero piu' vantaggi dal vivere e operare in Italia. In una scala da 0 (minima convenienza) a 10 (massima convenienza), i punteggi piu' elevati hanno sostanzialmente indicato politici, sindacalisti e finanza globale come i soggetti piu' favoriti dall'operare in Italia. All'estremo opposto si collocano invece giovani, precari, disoccupati, laureati e diplomati. La classifica conferma la forte divisione presente nel Paese fra coloro che a vario titolo possono esercitare un potere - nazionale per politica e sindacato, sovranazionale per la finanza - a fronte delle nuove generazioni che, con l'unico potere della loro formazione, non riescono in Italia a ottenere alcun risultato positivo. Una collocazione di spicco, in termini di convenienza a stare in Italia - secondo la Ricerca - la conquistano gli immigrati, i quali, nonostante gli episodi piu' tragici che hanno colpito emotivamente il nostro Paese per quella "strage continua" rappresentata dall'attraversamento del Mediterraneo, oggi sembra abbiano trovato in Italia opportunita? e le hanno sapute cogliere piu' e meglio di tanta parte degli italiani.
Guardando al futuro, gli italiani sembrano divisi quasi alla pari tra ottimisti e pessimisti. Il campione di italiani sondato dal Club dell'Economia si divide a meta': per il 50,7% "ce la faremo", mentre per il restante 49,3% "non riusciremo a risalire la china". Ma e' interessante notare, ha spiegato Roma, l'atteggiamento verso il futuro a seconda delle generazioni. Per ragioni diverse i piu' ottimisti sono gli anziani oltre 65 anni (il 64% ritiene che usciremo dalla crisi ) ed i giovani con meno di 34 anni (dove i fiduciosi salgono al 62%). Per i primi, secondo il Club dell'Economia ed il Censis - giocano le sicurezze, pensionistiche e patrimoniali, della generazione piu' avanti negli anni; per i secondi si conferma una certa svolta nelle giovani generazioni, decise - in Italia o all'estero - a giocarsi attivamente la propria vita.
Rispondendo alla domanda su "cosa conviene fare in Italia", secondo la Ricerca del Club dell'Economia, il dato e' univoco: "vince infatti la qualita' della vita, ma soprattutto per chi non deve guadagnarsela nel nostro Paese". "Circa il 40% del campione ha risposto che l'Italia conviene per la buona cucina, per trascorrere le vacanze e per divertirsi. E' quanto affermano anche tutti coloro che sono andati a cercare fortuna all'estero e che, poi, si godono l'Italia, le sue qualita', la varieta' del suo cibo, l'accoglienza, la convivialita', senza dover sopportare tutte le difficolta' che si presentano nell'ordinaria vita quotidiana. Circa il 10% poi rileva come in Italia vi sia un certo spazio anche per diventare importanti e famosi, forse perche? i canali per affermarsi non sempre sono basati sul merito. Solo una piccola minoranza, pari al 17,9%, ritiene che l'Italia sia un Paese adatto per studiare (7%), investire (5,7%) o lavorare (5,2%)".

"Un giudizio - secondo il Censis - indubbiamente influenzato dall'attuale congiuntura, ma che ben rappresenta tutta l'amarezza di chi, per migliorare le proprie competenze o per produrre, registra tutte le ostilita' di un Paese poco sensibile verso il faticoso impegno produttivo".
"I risultati - ha commentato Bruno Costi, presidente del Club dell'Economia - indicano che lentamente gli italiani sembrano rassegnarsi all'idea che l'Italia non sia piu destinata a giocare il ruolo di grande potenza industriale, membro autorevole del G7 e dell'Unione Europea; nonostante l'Italia abbia la terza industria manifatturiera d'Europa, stiamo cioe' adattandoci a diventare ingiustamente una sorta il Luna Park del mondo. Una tendenza umorale, forse, ma preoccupante alla quale occorre reagire".

 

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