Botta e risposta tra il Wwf Abruzzo e l'assessore regionale Mauro Febbo. L'oggetto del contendere è il calendario venatorio e la preapertura della caccia.
Il Wwf Abruzzo ha chiesto alla Regione di non consentire la preapertura della stagione venatoria programmata per l'1 e il 2 settembre. Un invito, secondo gli ambientalisti, 'caduto nel vuoto', che indica - secondo gli ambientalisti -che l'unica strada percorribile sia 'quella del ricorso al giudice amministrativo'.
L'associazione, infatti, nei giorni scorsi aveva chiesto di rinviare la preapertura della caccia, inviando alla Regione anche la nota in cui l'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sottolineava lo stato di stress cui e' sottoposta la fauna selvatica a causa della siccita' di questi mesi e dei numerosi incendi che hanno interessato la regione. Motivazioni, ricordano gli ambientalisti, ribadite anche dal ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Mario Catania.
"Da anni impugniamo il calendario venatorio regionale, vincendo davanti al Tar, e anche quello varato dalla Regione per la stagione 2012-13 contiene numerose criticita' che - annuncia il Wwf - solleveremo con un nuovo ricorso davanti al Tar Abruzzo".
Per l'assessore regionale alla Caccia, Mauro Febbo, pero', "non ci sono le condizioni tali da indurci ad adottare un provvedimento cosi' drastico come la sospensione della caccia per le giornate di preapertura. Pur condividendo i timori espressi dalle associazioni ambientaliste e dall'Ispra - sottolinea l'assessore - la Regione ritiene che ad oggi non ci sia uno stato di emergenza tale da richiedere la chiusura della caccia in preapertura. Le osservazioni formulate dall'Istituto rivestono un carattere generale, ma va poi tenuto conto delle realta' dei singoli territori regionali".
Febbo si definisce inoltre "perplesso per i continui attacchi delle associazioni ambientaliste rivolti al calendario venatorio della Regione Abruzzo, che e' uno dei calendari piu' conservativi, specie rispetto ad altre regioni".
Febbo ha inoltre aggiuto che "anche per quanto riguarda gli incendi, l'Abruzzo quest'anno non e' stato particolarmente colpito, specie rispetto al 2007 'anno nero' per l'Italia, in cui solo in Abruzzo sono andati in fumo 40 mila ettari di bosco". "Nel calendario venatorio della Regione Abruzzo sono state previste solo 2 giornate di preapertura, l'1 e il 2 settembre, con imposizione del carniere". Le specie cacciabili per le quali e' stata consentita la preapertura sono cornacchia, gazza, tortora e merlo. Le prime due specie rientrano tra i cosiddetti predatori opportunisti e per esse alcune Province hanno attuato piani di controllo proprio a causa del numero eccessivo di esemplari. Per quanto riguarda la tortora, si tratta di specie migratrice e nidificante in Abruzzo, per la quale l'ISPRA nelle Guida per la stesura dei calendari venatori, consiglia il prelievo nel periodo di preapertura limitatamente a 3 giornate fisse, con un determinato carniere. Per quanto riguarda il merlo, si tratta di una specie presente in Abruzzo, nidificante e parzialmente sedentaria, che in inverno viene raggiunto da altri individui migratori. Gli habitat in cui tali specie si procurano nutrimento sono essenzialmente campi coltivati o margini di fossi e fiumi, pertanto esse non frequentano le zone umide che possono risentire maggiormente del fenomeno della siccita' e in cui, conseguentemente, lo stato di stress delle popolazioni di fauna selvatica potrebbe essere aggravato dal prelievo venatorio. E' bene comunque ricordare che in Abruzzo le piu' importanti aree umide ricadono all'interno delle aree protette, in cui vige il divieto di caccia, che superano il 50 per cento del territorio. Peraltro il raccolto di cereali quest'anno non ha subito alcun decremento, per cui e' lecito pensare che sui campi coltivati, dopo il raccolto, vi sia sufficiente presenza di semi di graminacee che possano fornire sostentamento. Per quanto riguarda gli anatidi, il calendario venatorio si e' adeguato sia alla Guida dell'ISPRA ed e' in linea con le raccomandazioni dell'Istituto formulate in occasione della siccita', in quanto ha previsto l'apertura del prelievo di queste specie il 30 settembre. Anche per quanto concerne l'addestramento cani, e' da osservare che generalmente tale attivita' si volge in estate per circa due ore al mattino presto: considerato pertanto il periodo limitato dell'addestramento e la circostanza per cui esso avviene quasi esclusivamente in zone non umide, l'impatto e' da ritenersi ridotto. Per tutte le ragioni sopra esposte, - conclude Febbo - si ritiene che non ci siano ancora condizioni tali che possano indurre l'amministrazione regionale ad adottare un provvedimento cosi' drastico come la sospensione della caccia per le giornate di preapertura".
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