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Pubblicato il 04/04/2013 00:12

Cialente: servono 7,5 miliardi per la ricostruzione

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Il sindaco: Vivere all'Aquila e' troppo difficile. La Cassa Depositi e prestiti stanzi subito le risorse

La mancanza di fondi per la ricostruzione 'nasce dal peccato originale rappresentato dal fatto per il terremoto dell'Aquila non si e' voluta mettere la tassa di scopo, della quale Berlusconi non ha voluto sapere nulla'. Cosi' il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, alla vigilia delle commemorazioni per il quarto anniversario del 6 aprile 2009

'La nostra stima e' di circa sette miliardi e mezzo per la ricostruzione tutto compreso, entro nove anni, che prevede tra le altre cose un miliardo l'anno fino al 2018 e 800 milioni quest'anno, e' l'unico modo perche' non andranno via tutti nella considerazione che cosi' non si puo' vivere e l'Italia non sa come stiamo veramente - ha spiegato ancora Cialente -. Finora, tolta l'emergenza si e' speso un miliardo e 900 milioni, lo scorso anno all'Emilia Romagna con lo stesso meccanismo della Cassa depositi e prestiti sono stati stanziati oltre 6 miliardi per danni meno gravi noi, in proporzione chiediamo molto meno'.

Se all'Aquila non arriveranno subito fondi e certezza di altri finanziamenti 'in modo tale da permetterci di fare in modo che per il 2015 una parte del centro storico sia ricostruito, l'Italia avra' condannato a morte L'Aquila'. Il primo cittadino lancia 'un grido disperato' e minaccia una clamorosa protesta per via della mancanza di fondi che mette a rischio la cosiddetta ricostruzione pesante, a partire dal centro storico.

'Posto che il 6 aprile e' una data tristissima, di terremoto, di lutto, di commemorazione delle vittime, viviamo l'anniversario piu' difficile perche' coincide con l'assoluto crollo della speranza. Con la situazione che si e' creata si rischia di ammazzare definitivamente la speranza'. Per il sindaco, 'a distanza di quattro anni, tutti hanno capito che abbiamo buttato via due anni, quelli del commissariamento'.

'Ora - continua - ci hanno detto che e' tutto e' pronto per partire e non ci sono i soldi. Lo certifica il Comune dell'Aquila con il crono programma nel quale vengono riportati dati precisi: noi a giugno finiamo i soldi, quest'anno c'e' un buco di 600-700 milioni di euro e non c'e' nulla per il 2014 e il 2015'.

Il sindaco e' molto preoccupato per lo spopolamento della citta', a suo avviso gia' cominciato: 'Ci sono segnali molto preoccupanti: il clima di scoramento, di sfiducia, di rabbia purtroppo sta coinvolgendo sempre piu' persone, soprattutto i giovani, che stanno cominciando ad arrendersi e ad andare via. Vivere all'Aquila e' troppo difficile, posso chiedere alla gente il sacrificio di crederci e di avere fiducia, solo se possiamo vedere parte del centro storico e delle frazioni ricostruite entro il 2015, se invece diro' che si finira' per il 2024 tutti andranno via e L'Aquila nel 2018 fara' 35-40mila abitanti. Le avvisaglie gia' ci sono: nell'ultimo anno abbiamo perso gia' 3500 persone'. Per Cialente, c'e' una sola via d'uscita: 'il governo o il Parlamento subito deve stanziare quattro-cinque miliardi per il cratere con il meccanismo della Cassa depositi e Prestiti, cosi' nel 2013 e nel 2014 si avvia la ricostruzione'.

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