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Pubblicato il 23/11/2013 14:02

Il PD si spacca sulla votazione per l'Aca

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Chiesto un incontro ai sindaci

Il Pd si spacca sulla nomina dell'amministratore unico dell'Aca (Azienda consortile acquedottistica). Ieri sera l'assemblea dei sindaci ha designato Vincenzo Di Baldassare che ha avuto la meglio su Vincenzo Papa, raccogliendo non solo i voti dei sindaci di centrodestra ma anche di diversi sindaci del Pd. Immediata la reazione di quei rappresentanti del Partito democratico che hanno sostenuto Papa e si sono visti sconfitti. Oggi alcuni di loro hanno tenuto una conferenza stampa, a Pescara, per denunciare l'accordo "che il centrodestra ha sottoscritto con alcuni sindaci del Pd, gli stessi che hanno sempre sostenuto l'ex presidente dell'Aca Di Cristoforo", ha fatto notare Antonio Di Marco. "Ieri mattina il presidente della Regione Gianni Chiodi ha parlato di rinnovamento, in questo settore, e lo trovo vergognoso - ha commentato sempre Di Marco - anche perche' ha rilasciato queste dichiarazioni prima della riunione dell'assemblea, quando l'accordo politico con una parte del Pd era gia' fatto". Di Marco ha ricordato che il "Pd aveva chiesto ai sindaci di assumere una posizione unitaria su Papa, figura di alta qualita' e vera espressione del rinnovamento" e dietro quanto accaduto ieri sera il sindaco di Abbateggio pensa ci siano le "telefonate tra Lorenzo Sospiri e Antonio Castricone, che su Papa e' stato silente e non si e' speso". "La sconfitta e' della politica e del bene comune - ha aggiunto il sindaco di Citta' Sant'Angelo, Gabriele Florindi. Hanno vinto la spartizione e il potere. Noi volevamo una svolta e una persona senza tessere di partito, non abbiamo padroni ne' padrini". I sindaci pro-Papa ritengono che alla base di tutto ci sia un accordo sui posti da occupare per cui attendono di vedere "chi sara' il direttore dell'Aca e chi sara' il procuratore speciale". E' stato chiesto al segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, un incontro urgente "con i 25 sindaci che hanno avuto la schiena dritta, per sapere con chi ragionare per il futuro". Tommaso Coletti ha posto l'accento su un'altra questione: "Potrebbero non esserci i requisiti, sul fronte dell'equilibrio finanziario, per l'affidamento in house e si potrebbe andare in gara".

 

 

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