In base alla Strategia energetica nazionale (Sen) 'l'Abruzzo dovrebbe divenire una sorta di polo tecnologico; vale a dire raffinerie. Il bello, dunque, deve ancora venire, il problema e' ben piu' ampio di Ombrina Mare, perche' c'e' il rischio che torni anche lo spettro del centro Oli di Ortona'. Lo ha affermato il costituzionalista Enzo Di Salvatore, docente di Diritto ambientale all'Universita' di Teramo, nel corso del convegno 'Energia, ambiente, democrazia' che, organizzato dal coordinamento nazionale 'No Triv', a Pescara.
'La Strategia energetica nazionale, approvata lo scorso 8 marzo e non ancora pubblicata - ha spiegato Di Salvatore -, prevede che cinque regioni italiane, tra cui l'Abruzzo, siano trasformate in distretti minerari a tutti gli effetti. In Basilicata si parla di un vero e proprio investimento, fino a portare il 40% del petrolio nazionale. L'Abruzzo, invece, dovrebbe divenire una sorta di base logistica'.
Nel corso dell'incontro, cui hanno preso parte i referenti dei coordinamenti 'No Triv' di diverse regioni, oltre a esponenti politici e rappresentanti delle associazioni ambientaliste locali, per il coordinamento abruzzese ha preso la parola Enrico Gagliano, il quale ha analizzato limiti, criticita' e dubbi sulla Strategia energetica nazionale.
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