"La classe politica nazionale non e' in grado di dare risposte ai problemi del Paese, come il lavoro e lo sviluppo economico, per cui da' questa risposta, che non soddisfa criteri di economicita' ma serve solo per dire che si e' fatto qualcosa". Lo ha detto stamani a Pescara il presidente dell'Upi (Unione Province d'Italia), Antonio Saitta, a margine della riunione dell'Unione delle Province abruzzesi, parlando del disegno di legge Del Rio che riguarda proprio le Province. "Spero che nei prossimi giorni ci sia una maggiore riflessione e si rifletta sulle cose vere e non su quelle che producono solo effetti mediatici. Occorrono prudenza e attenzione" - ha detto sempre Saitta. "Prima di distruggere questo patrimonio che e' fatto di competenze - si e' augurato - dobbiamo avere la capacita' di tenerlo assieme perche' le politiche si fanno se ci sono funzionari bravi e noi abbiamo buone competenze, che non dobbiamo disperdere".
"Si sta commettendo un grave errore e speriamo che cio' non avvenga. L'eliminazione delle Province non consente di avere dei risparmi, questo lo ha confermato anche la Corte dei Conti, mentre si toglie un livello di Governo utile. Si apre una fase di maggiore incertezza sui servizi, priva di senso". Lo ha affermato il presidente dell'Unione delle Province italiane (Upi), Antonio Saitta, a Pescara, a margine dei lavori dell'assemblea generale delle Province abruzzesi. "Il tema delle Province - ha sottolineato - e' diventato l'emblema dell'incapacita' del nostro Paese ad affrontare le riforme necessarie. Quella prevista dal Ddl Delrio e' una riforma insufficiente e banale, nulla e' chiaro mentre la questione merita grande coerenza. Cosi' si lascia il Paese in attesa". "La proposta - ha ricordato Saitta - e' in discussione al Senato, ma ci sono molti ripensamenti, perche' ci si sta rendendo conto che invece dei tagli sperati produce solo maggiore confusione. Oltre ai servizi e' dimostrato che il risparmio non c'e' e questo lo ha confermato anche la Corte dei Conti". Secondo il presidente dell'Upi "un ente intermedio serve, e' cosi' in tutta Europa, esiste dalla Gran Bretagna alla Germania, dalla Francia alla Spagna. Si affronti il tema con una riforma organica del titolo V della Costituzione - ha sottolineato -, e' una questione di democrazia far partecipare al processo decisionale. Fermiamoci e troviamo un'intesa, la concertazione non e' un pericolo"
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