Il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi si dice "molto contento" che la Procura abbia aperto un fascicolo sulla consigliera di parita', con cui il governatore ha trascorso una notte in hotel a Roma. Chiodi ha garantito, parlando oggi in conferenza stampa, che "non c'e' stata alcuna influenza" da parte sua che "potesse determinare un favoritismo" a beneficio di questa donna che ebeb poi l'incarico in Regione. "Sara' la Procura ad accertarlo - ha aggiunto - e varra' cio' che diranno i magistrati". Chiodi non ha nascosto, da quando ha ricevuto l'avviso di garanzia, di aver trascorso una notte in hotel a Roma con lei. Allora Chiodi si trovava nella capitale per "motivi istituzionali" in occasione dei giorni dell'Unita' d'Italia. "Ci furono manifestazioni e incontri" per due giorni, ha ricordato Chiodi parlando di una manifestazione al Pantheon con il presidente della Repubblica e un' assemblea legislativa a Camere riunite. Il presidente della Regione ha voluto sottolineare che l'affidamento dell'incarico della consigliera di partita' "non una scelta discrezionale, ma filtrata da un numero di soggetti che valutano una serie di situazioni".
In relazione alla consigliera di parita' Chiodi ha garantito ai giornalisti che non ci sono stati favoritismi a suo favore neppure per quanto riguarda l'incarico, ricevuto dal Governo Berlusconi, per la realizzazione di un centro poliedrico per le donne, dopo il terremoto del 2009 a L'Aquila. E' stato il ministro delle Pari opportunita' Mara Carfagna a ritenere, che i fondi del ministero dovessero essere gestiti dalla consigliera e cioe' che "il soggetto attuatore dovesse essere la consigliera di parita', essendoci un'attinenza" con la materia, ha spiegato Chiodi. I fondi del Dipartimento delle Pari opprtunita' erano pari a tre milioni di euro: uno e mezzo andava gestito dalla consigliera di parita', come soggetto attuatore, e un milione e mezzo dalla Curia, tramite il commissario (che era Chiodi ma assicura di non aver mai deciso da solo su questi aspetti). "Mi si potrebbe chiedere - ha detto Chiodi - come mai c'era la Curia, il cui intervento puo' sembrare piu' inusuale e anomalo in questo settore rispetto alla consigliera di parita'. Ma noi puntammo molto sull'apporto del mondo religioso su queste tematiche". Il presidente ha anche chiarito che il blocco dei fondi ha "riguardato la Curia e non la consigliera di parita'". Ha inoltre assicurato che il suo "agire e' stato assolutamente corretto sotto il profilo amministrativo e istituzionale. E' possibile - ha concluso - che ci siano relazioni sentimentali che non ti portano a sconfinare nel favoritismo o nella scorrettezza istituzionale. Ed e' il mio caso. Io ho fatto quello che dovevo fare".
Il presidente della Regione Gianni Chiodi oggi ha detto la sua, rispondendo ai giornalisti, anche sul contratto di lavoro di cui ha beneficiato la sorella della consigliera di parita' presso l'assessorato guidato da Federica Carpineta. Con la consigliera di parita' della Regione Chiodi ha avuto una relazione, emersa pubblicamente nel momento in cui si e' saputo dell'inchiesta. "Da sempre, per legge, gli assessori hanno diritto ad avere uno staff di segreteria di natura politica", ha commentato Chiodi, e l'individuazione dei componenti di queste segreterie avviene "per via fiduciaria". "C'e' discrezionalita' nella scelta e io non sono intervenuto" sull'assessore Carpineta in favore della sorella della consigliera di parita', ha garantito il presidente, spiegando anche che questi contratti decadono con gli assessori e quindi non si tratta di "assunzioni".
Nella conferenza stampa di oggi, durata oltre un'ora, il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, ascoltato ieri dalla Procura di Pescara, ha fornito, inoltre, la sua versione dei fatti in merito alle accuse che gli vengono rivolte sul pernottamento nell'hotel Sole, a Roma, in compagnia della consigliera di parita', con spese a carico della Regione. "Sono accusato di aver indotto in errore, con artifici e raggiri, i funzionari della Regione, esibendo la ricevuta e omettendo di specificare l'utilizzo della camera con un'altra persona", ha spiegato. "Ho trasmesso agli uffici competenti della Regione - ha aggiunto - la ricevuta fiscale dell'hotel Sole attestante inequivocabilmente il soggiorno di due persone. Sulla fattura c'e' scritto "pax due", cioe' due persone, quindi non ci sono stati artifici e raggiri per ottenere un rimborso indebito, anche se solo in parte. Che non ci siano stati artifici e raggiri per indurre in errore i funzionari si rileva anche dal conteggio della tassa di soggiorno, per due persone. Quindi - ha osservato - gli uffici regionali erano stati posti nella condizione di conoscere la circostanza della presenza della seconda persona"
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 3
Condividi: