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Pubblicato il 25/10/2012 15:03

Riordino Province, Cattolici democratici: "quanta amarezza"

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Rabuffo: "proposta vergognosa"

"Oramai dalla Regione Abruzzo siamo abituati a vedere di tutto, ma certamente ci sconcerta la mancata decisione del Consiglio Regionale in merito alla definizione delle nuove Province. Sconcerto e tristezza per la teatrale messa in scena a cui abbiamo assistito per una non decisione e abdicazione a quelli che sono i compiti di una Istituzione chiamata a legiferare e, quindi, a decidere". Lo afferma, in una nota, la direzione regionale dei Cattolici Democratici Abruzzo.

"Quanta amarezza nell'apprendere che il lavoro del CAL (Consiglio delle Autonomie Locali) non abbia prodotto alcuna decisione e, soprattutto, che il modesto campanile abbia ancora una volta vinto sulle scelte alle quali e' chiamato un organo legislativo. Il tatticismo e l'ignavia rispetto ad una proposta, discutibile quanto vogliamo, ma pur sempre di scelta si trattava, dimostra, qualora ce ne fosse bisogno - rileva l'associazione - l'incapacita' di questa classe politica regionale di essere al timone di una nave alla deriva. La proposta sulle quali il CAL aveva dato delle indicazioni era chiara: l'accorpamento di due Province, L'Aquila-Teramo e Chieti-Pescara, a cui si era aggiunta un'ulteriore proposta che prevedeva il mantenimento delle Province di L'Aquila e Chieti con la creazione della nuova Provincia di Pescara-Teramo. Da queste ipotesi la Regione aveva l'obbligo di uscire con una scelta definitiva, non rimettendo invece nelle mani del Governo ogni decisione finale: che umiliazione per l'intero Abruzzo! Non decidere affidando ad altri ogni soluzione per poi tentare la via dell'impugnativa significa mascherare la propria incapacita'. Inutile poi - per i Cattolici Democratici -rimediare alla figuraccia fatta con tutto l'Abruzzo sulle Province, annunciando l'abolizione del listino votata in seno alla commissione in Consiglio regionale. La riforma del sistema elettorale prevede la riduzione del numero dei consiglieri eletti in Regione, pertanto l'eliminazione del listino, che tanto piaceva alle segreterie dei partiti, e' un atto dovuto. Tornando indietro nel tempo chissa' cosa sarebbero stati capaci questi odierni "costituenti" abruzzesi quando si scrissero le prime importanti pagine della storia della nostra Regione negli anni settanta; non osiamo pensarlo, vista l'inettitudine dimostrata soprattutto da questa maggioranza che non conosce limiti alla propria inadeguatezza".

"Martedi' pomeriggio il Consiglio regionale si e' espresso sul riordino delle Province, deliberando di non avanzare al Governo nessuna proposta di riordino e chiedendo che lo stesso, con urgenza, provveda ad avviare il processo di modifica costituzionale che porterebbe alla loro abolizione". Lo ricorda il Capogruppo di Futuro e Liberta' Berardo Rabbuffo, contestando la decisione dell'Assemblea e giudicando inutile il voto dell'Aula. Rabbuffo nelle scorse settimane aveva sostenuto con convinzione l'idea di una sola Provincia in Abruzzo.

"La proposta Zero Province e' una non scelta da parte di chi, al contrario, dovrebbe assumersi la responsabilita' di decidere e fare proposte - dichiara Rabbuffo - dare il proprio assenso al progetto Zero Province, cosi' come inteso dal Consiglio regionale, significa lasciare campo libero al Governo, che e' gia' orientato nell'accorpare la Provincia di Chieti a quella di Pescara e quella di Teramo all'Aquila. Questo significhera' che entro due mesi tutti gli attuali Presidenti di Provincia saranno commissariati e i consiglieri e gli assessori provinciali torneranno a casa". Per l'esponente di Fli, alla luce di questa riforma, Teramo e Chieti saranno spazzate via. "Poiche' siamo tutti d'accordo sull'eliminazione delle Province bisognava fare una proposta concreta e migliorativa rispetto alle due Province che sono state deliberate dal Consiglio delle Autonomie Locali - continua Rabbuffo - a esempio, come fare una Provincia unica che non avrebbe danneggiato nessun territorio. Giudico vergognosa la proposta Zero Province, che rappresenta pienamente la vecchia politica della furbizia. Una politica che si vuole ammantare di riformismo agli occhi dei cittadini ma che in realta' non decide nulla e si rimette miseramente alla 'clemenza della Corte'". Nella critica alla proposta approvata dal Consiglio Regionale Rabbuffo commenta duramente anche l'eventuale ricorso costituzionale annunciato da Chiodi nel caso in cui il Governo dovesse bocciare la richiesta avanzata dall'Assemblea. "Di incostituzionale c'e' solo la sua proposta: semmai sarebbe stato piu' logico impugnare la norma sulla 'spending review' che ha imposto questa procedura - conclude il Capogruppo - siamo l'unica Regione in Italia che si e' comportata in maniera cosi' ignava. Una presa in giro di tutti i livelli, dei Comuni, delle Province, delle Regioni e anche di quei Parlamentari che al contrario votano e hanno votato con cognizione di causa le proposte di Monti. Ma soprattutto una presa in giro, per i cittadini. Credo anche che le proteste che si sono viste non rappresentino appieno il sentimento della gente comune, che oggi piu' che mai vorrebbe una classe politica responsabile e che sappia decidere". 

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