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Pubblicato il 27/09/2012 22:10

Riordino Province, Teramo farà ricorso

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La Provincia guidata da Catarra ha annunciato il ricorso alla delibera del Consiglio dei ministri del 20 luglio scorso, ma anche alla stessa proposta del Cal Abruzzo

Proprio non piace alla Provincia di Teramo la decisione scaturita dal Cal, che prevederebbe l'accorpamento dell'ente teramano a quello aquilano.

Il Presidente Valter Catarra ha infatti annunciato che presenterà il ricorso contro la soppressione e lo fara' entro il 5 novembre. L'Avvocatura provinciale sta valutando di integrare, nell'impugnativa al Tar, non solo l'opposizione alla delibera del Consiglio dei ministri del 20 luglio scorso, ma anche alla stessa proposta del Cal Abruzzo ed eventualmente al pronunciamento finale della Regione, previsto per il 22 ottobre.

La possibilita' di riunire in un unico ricorso tutti questi atti e' stata pure evidenziata dal parere del professor Piero Alberto Capotosti emerito di diritto costituzionale e gia' presidente della Consulta. L'accorpamento di Teramo all'Aquila sembra la strada tracciata dal Cal, contro cui si schiera il prosediente dell'amministrazione provinciale di Teramo, Valter Catarra. "Il Cal - afferma - si e' appiattito sulle decisioni del Governo rinunciando ad avere un ruolo; il paradosso e' che questa decisione arriva mentre e' chiaro a tutti che il confuso dibattito sulle Province ha fatto da paravento ai veri costi impropri della politica: il fallimento del federalismo regionale e la cattiva gestione della Pubblica amministrazione", dice Catarra. Il presidente del Consiglio provinciale, Mauro Martino, ieri ha abbandonato l'assemblea al momento del voto: "La comunita' teramana e' stata lasciata sola, e' l'unica ad essere penalizzata mentre in altre Regioni, i Cal, stanno scegliendo strade ben diverse e in alcuni casi molto lontane dal provvedimento del Governo in difesa della coesione sociale dei propri territori".

Ma l'assessore regionale, nonchè dirigente regionale del PDL,  Mauro Febbo tiene a precisare che "la proposta che prevede l'istituzione della Provincia di Chieti-Pescara con Pescara capoluogo, ha si' ricevuto il numero maggiore di voti 8, ma non la maggioranza qualificata di 11. Voglio evidenziare che i voti a disposizione di questa ipotesi erano oggettivamente quantificabili da 11 a 13 e, quindi, averne riportati 8 sta a significare che tale proposta e' comunque minoritaria rispetto a tutte le altre che hanno ricevuto, seppur distintamente, 12 voti a favore. Alla luce di tali osservazioni, non si puo' affermare che sia stata presa una decisione definitiva e tutte le proposte possono ancora essere vagliate".

 "Le proposte - spiega Febbo - meritano quindi un'ulteriore valutazione anche se come si evince dall'esito di questa riunione, il riordino appare un processo lungo e faticoso. In questa ottica, comunque, bisognera' lavorare anche su un altro aspetto fondamentale che riguarda le funzioni regionali che dovranno essere riorganizzate e riviste in maniera diversa. Anche su questo aspetto sara' necessario riuscire a trovare la massima condivisione cercando di non penalizzare nessun territorio puntando ad un assetto il piu' equilibrato possibile". Secondo Febbo "nessuno deve pagare in termini di sopravvivenza e possibilita' di sviluppo in un momento di congiuntura economica estremamente negativa che costringe la collettivita' a continui sacrifici. Sono altresi' convinto che Chieti e la sua Provincia, senza se e senza ma, deve rimanere invariata territorialmente e giuridicamente".

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