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Pubblicato il 28/02/2014 12:12

D'Alfonso: coinvolto in 9 processi e sempre assolto

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"No alla lettura pornografica degli atti processuali"

 ''Sono stato zitto per sei anni, parlo ora e una volta sola, perche' mi hanno coinvolto in 9 processi e sono stato sempre assolto''. Luciano D'Alfonso, candidato alle primarie del centrosinistra per la Regione Abruzzo, convoca la stampa per rispondere ad articoli apparsi sulla stampa nazionale, ma soprattutto per puntellare la sua corsa verso l'Emiciclo. ''Alcuni giornali fanno il loro lavoro, anche se pubblicano esclusivamente il punto di vista dei pm, che a me non hanno fatto mai sconti e che si sono sempre comportati in modo imparziale'', dice riferendosi agli estratti del ricorso in Appello presentato dal pm di Pescara Gennaro Varone e che si riferisce all'inchiesta Housework. Ma D'Alfonso afferma anche di non condividere alcuna ''lettura pornografica di atti processuali'', puntando il dito sulle ricostruzioni giornalistiche. D'Alfonso nel lungo semi monologo a cui ha dato vita prima ha riepilogato le sue vicende politiche e i suoi successi, poi ha voluto ricordare cosa accadde nel dicembre 2008, quando fu arrestato dalla procura di Pescara. ''Con la sentenza dello scorso 11 febbraio 2013 e' stata cancellata una violenza arrecata al sottoscritto, e anche se adesso rivedo come fossero orde barbariche il punto di vista dei pm, io subii una violenza quando fu interrotta la mia vita da sindaco di Pescara. Ora pero' sto verificando con i miei avvocati se sono stati oltrepassati dei limiti invalicabili''. Voltare pagina, pensare alla campagna elettorale, questo il verbo di D'Alfonso. ''Non mi rimpiccioliranno davanti alle minacce perche' io mi candido due volte: per fare quello che voglio fare e per fare quello che i miei predecessori non sono stati capaci di fare. Le cause le ho vinte tutte, e ogni volta che mi sono candidato ho vinto perche' ho sempre fatto quello che ho promesso. Giudicatemi se faccio uso del potere per aiutare qualcuno, perche' come le sentenze certificano fin qui se ho usato del potere non ho abusato ne' commesso reati''.

''Alcuni organi di stampa hanno riprodotto il punto di vista dell'accusa, che e' fondamentale ma e' solo uno dei tre che costituiscono il processo penale. Non e' giusto dare una rappresentazione pornografica degli atti processuali. Uno di questi processi ha interrotto violentemente un mandato sancito dai cittadini: nel 2008 fui riconfermato sindaco di Pescara con una grande maggioranza e dopo sei mesi mi fu impedito di esercitare la mia funzione; un anno fa fui assolto da tutte le accuse'', ha scritto successivamente sul suo profilo facebook Luciano D'Alfonso. ''Per questo mi sono rivolto ad un avvocato che verifichi la correttezza di quanto scritto. Gia' una volta una testata nazionale fu condannata a versarmi 120mila euro; da oggi creero' una provvista finanziaria per le opere pubbliche con i risarcimenti ottenuti da chi da' letture pornografiche delle sentenze che mi riguardano. Per parte mia, non ho mai citato un mio avversario per i problemi giudiziari che ha avuto; parlero' di Abruzzo perche' voglio discutere di temi, ma non pretendero' che i miei competitori facciano lo stesso''. D'Alfonso ha poi chiuso spiegando le sue intenzioni per il futuro: ''Oggi dico: entriamo nel merito delle questioni che interessano davvero gli abruzzesi. Sono pronto a confrontarmi con chiunque. Ritengo di essere l'unica garanzia che questa Regione non scansera' le responsabilita': ho conosciuto lunghi quinquenni di nascondimento e di "non mi compete" ma la Regione che voglio io e' competente e gigantesca. Per questo mi candido due volte: per fare e per rimediare a cio' che non e' stato fatto finora, e non saranno le urla sguaiate di orde barbariche a fermarmi. Spero che in Abruzzo non si corra ad abbattere l'avversario ne' a porgli ostacoli come si fece nel 2005, quando con una decisione presa nottetempo fu cambiata la legge elettorale e io non potei candidarmi. Ci sara' pure una ragione per cui ho vinto ogni volta che mi sono candidato: quando dico una cosa la faccio, e nei miei giri per l'Abruzzo vedo solo consenso che attende un'urna in cui depositarsi''

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