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Pubblicato il 12/05/2013 08:08

De Matteis: Cialente è un pugile suonato

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'Non si puo' aggredire lo Stato, asserendo che ha dichiarato guerra all'Aquila, e poi andare a chiedere i fondi'

Contro il sindaco dell'Aquila, definito 'un pugile suonato', i consiglieri di opposizione al comune legati al vice presidente del Consiglio regionale Giorgio de Matteis, sfidante del primo cittadino in carica alle amministrative dello scorso anno, con il movimento L'Aquila Citta' Aperta.

'Non si puo' aggredire lo Stato, asserendo che ha dichiarato guerra all'Aquila, e poi andare a chiedere i fondi. Serve una lotta comune all'interno delle istituzioni'. E' stata la denuncia di De Matteis. Lui ed i consiglieri Emanuele Imprudente, Raffaele Daniele, Alessandro Piccinini e Daniele Ferella hanno condannato l'azione di protesta del primo cittadino che lunedi' scorso ha riconsegnato la bandiera tricolore al Presidente della Repubblica e ha fatto rimuovere le bandiere dalle sedi del Comune per denunciare il mancato arrivo di fondi per la ricostruzione ed il blocco della stessa.

Un'azione costata a Cialente un decreto del Prefetto dell'Aquila, Francesco Alecci, che gli ha intimato di tornare sui suoi passi, pena la rimozione dalla carica.

I cinque consiglieri comunali hanno spiegato in una conferenza stampa: 'la nostra proposta e' sempre la stessa: per i finanziamenti non si deve piu' passare dal Cipe ma occorre di ripristinare il metodo dell'erogazione con la cassa depositi e prestiti'.

'Cialente sa di essere allo stremo - hanno aggiunto - e quando annaspa anziche' chiedere aiuto al consiglio comunale provoca il caos'. Poi De Matteis ha spiegato anche che 'sara' un grande risultato l'arrivo di 250 milioni, che non basteranno al fabbisogno del 2013, perche' mancano i 550 milioni e il miliardo supplementare, ci vogliono azioni ben diverse, non quelle ostili'.

Infine, il consigliere Daniele: 'se fossi stato io sindaco avrei fatto impugnato il decreto che destina fondi insufficienti alla ricostruzione davanti alla Corte Costituzionale per la violazione dell'articolo 9 della Costituzione che prevede la tutela del patrimonio storico e architettonico nella nazione'.

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