Il direttore generale dell'Arta Mario Amicone ha annunciato che oggi stesso nominera' una commissione di indagine per verificare l'operato dell'Agenzia regionale di tutela ambientale che dirige in merito all'attivita' tecnica svolta sul porto di Pescara, per l'esame del materiale che si e' depositato sul fondale e va dragato.
Nel corso di una conferenza stampa Amicone ha anche detto che intende "difendere l'immagine dell'Arta" per cui dara' mandato a un legale di " verificare se ci sono le condizioni per querelare chi discredita l'Agenzia". Il riferimento e' a chi "delegittima il ruolo pubblico svolto dall'Arta perche' deve farsi propaganda e apparire come unico difensore dell'ambiente. Veniamo descritti, ha aggiunto, come chi contribuisce ad inquinare. Il nostro ruolo e' di eseguire controlli per la Regione e altre amministrazioni dello Stato, non siamo noi che prendiamo decisioni, e non ci va che ci venga attribuito un ruolo diverso".
La commissione, ha chiarito Amicone, sara' esterna ed e' finalizzata a rendere pubblico l'operato dell'Arta, che "si trova al centro dell'attenzione e anche di qualche polemica". Il direttore dell'Agenzia ha aggiunto di non aver "mai nascosto" i dati delle analisi effettuati dall'Arta che, invece, sono stati resi pubblici anche on line, ha ribadito che "in Italia non esistono laboratori certificati per la ricerca di Ddt" e l'Arta si sta certificando (il laboratorio interessato e' quello di Chieti). "Essere vigilati e sorvegliati perche' saremmo quelli che inquinano o che coprono chi inquina non ci va", ha concluso riferendosi a chi polemizza con l'Agenzia e mette in dubbio il suo operato.
Nell'ambito delle analisi effettuate dall'Arta nel porto di Pescara ai fini del dragaggio, l'Agenzia ha registrato superamenti per il Ddt in quattro punti situati in profondita' ma si tratta di punti completamente diversi rispetto a quelli al centro di un contenzioso sorto lo scarso anno. Ne hanno dato notizia il direttore generale dell'Arta Mario Amicone e il direttore tecnico Giovanni Damiani.
Le analisi dell'Arta relative alla darsena commerciale (per il dragaggio promosso lo scorso anno dall'ex commissario Guerino Testa e autorizzato dal ministero dell'Ambiente) sono finite nell'occhio del ciclone perche' in base ad un laboratorio privato a cui si e' rivolta la procura della Repubblica dell'Aquila, l'Agenzia regionale di tutela ambientale non ha rilevato il Ddt e il naftalene, mentre questo laboratorio si'. Da allora si e' aperto un contenzioso tuttora in corso e comunque la Procura ha bloccato i lavori di dragaggio appena iniziati ritenendo che quel materiale non potesse essere versato in mare. Quest'anno, nell'ambito di nuove analisi sempre legate al dragaggio, e' stata registrata dall'Arta la presenza di Ddt ma - mostrando la cartina del porto - Damiani e Amicone hanno fatto notare che si tratta di zone diverse rispetto a quelle prese in considerazione per il progetto di dragaggio di 73mila metri cubi della darsena commerciale. E comunque, ha voluto sottolineare Damiani proprio in relazione alla presunta presenza di Ddt nei campioni "incriminati" della darsena, Ispra, Arta e laboratorio incaricato dalla Procura sono arrivati alla conclusione che non e' possibile stabilire, al di la' di ogni ragionevole dubbio, se i campioni esaminati abbiano una concentrazione di Ddt inferiore o superiore alla soglia fissata dal manuale Apat/Icram. A questo proposito Arta ha smentito chi parla di "veleno" nel porto e ha chiarito di aver sempre detto che il materiale depositato nella cosiddetta canaletta doveva essere considerato come rifiuto.
E' emerso anche che nel bando del Provveditorato alle opere pubbliche si prevedono nuove analisi, e le dovra' effettuare la ditta che si aggiudichera' i lavori di dragaggio promossi dal ministero delle Infrastrutture (200mila metri cubi per un importo di 14 milioni di euro). Per l'Arta e' possibile limitarle alla zona della darsena
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