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Pubblicato il 14/12/2013 23:11

Il Partito Democratico attacca Chiodi

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D'Alessandro: "Sulla sanità 'modello Dracula' si e' consumata la piu' grande bugia, mentre Chiodi festeggia il suo presunto operato"

"L'Abruzzo che c'era cinque anni fa non c'è più: siamo devastati dalla disoccupazione, le famiglie abruzzesi si sono drammaticamente impoverite, le imprese chiudono ogni giorno e sulla sanità 'modello Dracula' si e' consumata la piu' grande bugia, mentre Chiodi festeggia il suo presunto operato". I consiglieri regionali del Pd tracciano un bilancio finale della legislatura ed attaccano il presidente di Regione, Gianni Chiodi, accusato di "festeggiare ad un funerale, quello dell'Abruzzo". A fare il punto della situazione sulla regione negli ultimi cinque anni sono stati, nel corso di una conferenza stampa a Pescara, il capogruppo del Pd, Camillo D'Alessandro, ed i consiglieri regionali Giuseppe Di Luca, Claudio Ruffini, Giovanni D'Amico e Giuseppe Di Pangrazio. Gli esponenti di opposizione si sono soffermati sul "finto risanamento modello Dracula" in materia di sanita', con il pareggio di bilancio che "viene raggiunto succhiando l'offerta sanitaria che in Abruzzo non c'e' piu'", e sull'isolamento della regione, "tagliata fuori dalle rotte dello sviluppo, dai corridoi europei, dalla rete di mobilita', dalla velocizzaizone dei trasporti su ferro".

"Zero spaccato", secondo il Pd, sulle infrastrutture, dato che "in cinque anni neanche un nuovo centimetro quadrato di nuove infrastrutture e' stato realizzato". I consiglieri hanno parlato anche dei "90 mila posti di lavoro che mancano all'appello, mentre e' stato raggiunto il piu' alto tasso di mortalita' mai conosciuto dalle imprese", di una "ridicola riduzione delle tasse" e del welfare mancante, con "gli abruzzesi che piu' hanno bisogno che sono quelli che sono stati lasciati soli". C'e' poi quella che viene definita la "balla delle riforme", pari a "zero". "Piu' che finirla la legislatura Chiodi e' riuscito a sfinirla - commenta D'Alessandro -, per darsi ulteriori sei mesi di inganni, astuzie, furbizie e forzature. Un presidente a fine legislatura scatta la foto, non ha il diritto di parlare al futuro se non descrive quanto fatto, non quanto farebbe, avendo avuto a disposizione 60 mesi. Tempo scaduto. La fotografia - conclude - la faremo noi: a gennaio partira' 'Viaggio in Abruzzo' e racconteremo agli abruzzesi, comune per comune, la 'grande bugia'"

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