Tra il 2011 e il 2013, mentre non si arrestava l'emorragia di posti di lavoro, le uniche regioni italiane che hanno fatto eccezione sono state Bolzano, Trento e la Lombardia. La crisi del mercato del lavoro e' stata invece particolarmente pesante nelle regioni del Sud. Dati alla mano, e' questa la fotografia scattata dall'Istat. In particolare, il calo dell'occupazione registrato a livello nazionale tra e il 2011 e il 2013 (-2,2%) ha interessato quasi tutte le regioni, con le eccezioni di Bolzano (+2,2%), Trento (+1,3%) e Lombardia (+0,4%). Le regioni che nel biennio presentano le cadute dell'occupazione piu' ampie sono Calabria (-8,1%), Molise (-8,0%), Sardegna (-7,5%) e Sicilia (-7,4%)
Il contributo del settore agricolo alla variazione dell'occupazione regionale risulta positivo in Abruzzo (0,7 punti percentuali nel confronto del 2013 con il 2011), Friuli-Venezia Giulia (0,5 punti percentuali), Umbria (0,3 punti percentuali) Valle d'Aosta (0,3 punti percentuali) e a Bolzano (0,2 punti percentuali). Il contributo e' nullo per Lazio e Lombardia, mentre e' negativo in tutte le altre regioni, con valori inferiori a -1 punto percentuale in Calabria, Basilicata e Sicilia. L'apporto dell'industria e' positivo in Campania (0,8 punti percentuali), Basilicata (0,8 punti percentuali), Bolzano (0,6 punti percentuali), Liguria (0,4 punti percentuali), Valle d'Aosta (0,3 punti percentuali) e Calabria (0,1 punti percentuali); negativo nelle altre regioni, in particolare in Puglia, Emilia-Romagna, Piemonte, Marche, Veneto, Abruzzo e Molise i contributi dell'industria al calo dell'occupazione sono inferiori a -1 punto percentuale. Il settore delle costruzioni presenta i contributi negativi piu' ampi alla dinamica occupazionale. Cio' riguarda, in particolare, le regioni del Mezzogiorno: Molise (-2,3 punti percentuali), Puglia e Campania (-1,8 punti percentuali), Basilicata e Calabria (-1,7 punti percentuali) e Sicilia (-1,6 punti percentuali). Il comparto dei servizi del commercio, ricettivi, dei trasporti, poste e comunicazioni registra contributi negativi molto marcati (oltre due punti percentuali in valore assoluto) in Calabria, Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta e Liguria. Contributi positivi di circa un punto percentuale si registrano, invece, a Trento, Bolzano e in Campania. Il settore dei servizi finanziari, immobiliari e professionali - l'unico che a livello nazionale presenta una dinamica favorevole tra il 2011 e il 2013 - assicura apporti positivi particolarmente ampi nella provincia trentina, in Piemonte e nel Lazio, mentre solo in Sardegna il contributo e' ampiamente negativo. Infine, gli altri servizi (servizi pubblici e servizi alle famiglie), che presentano una variazione quasi nulla a livello nazionale, danno luogo a contributi positivi a Bolzano e nel Veneto (1,1 punti percentuali) e negativi nelle Isole (inferiori a -1 punto percentuale) e nelle Marche (-1 punto percentuale).
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 1
Condividi: