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Pubblicato il 21/02/2015 16:04

Legnini: no a sconfinamenti tra giustizia e politica

legnini

"Il debito pubblico e' un cappio al collo degli italiani"

"Continuero' a dare una mano per una giusta soluzione riguardante la revisione delle circoscrizioni giudiziarie in Abruzzo". Con la prudenza che la nuova veste di vice presidente del Consiglio superiore della magistratura impone, Giovanni Legnini ha assicurato che continuera' ad occuparsi del caso dei tribunali cosiddetti minori di Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto che al termine della proroga che scade nel 2018 faranno parte dei tribunali soppressi. Il vice presidente dell'organo di autogoverno della magistratura e' intervenuto al teatro 'Caniglia', all'incontro con gli studenti del Polo Umanistico dal tema 'In sana e robusta Costituzione'. "Da parlamentare mi sono battuto a favore dei tribunali minori, pur sapendo bene che c'e' bisogno di una revisione delle circoscrizioni giudiziarie - ha ricordato Legnini - pero' ripeto che il taglio imposto dai criteri fissati nel 2011, secondo cui deve esistere un solo tribunale per ogni provincia, porta ad una riduzione drastica degli uffici giudiziari che non e' sostenibile"

Legnini ha poi aggiunto di aver visionato una carta della nuova geografia giudiziaria che derivera' dalla soppressione dei tribunali minori e di aver constatato come intere aree dell'Abruzzo resterebbero prive di presi'di giudiziari. Effetti della soppressione di questi presi'di verrebbero anche a danno della permanenza dei presi'di dei corpi di polizia. La proroga per i tribunali abruzzesi soppressi scadra' nel 2018. "Adesso non spetta a me dire cosa accadra' - ha concluso il vice presidente Csm - ma certo sosterro' ancora le ragioni di una giusta revisione".

Sui rapporti sempre delicati tra politica e giustizia il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini ha ricordato come i giudici, con i cambiamenti legislativi e sociali degli ultimi decenni, abbiano esercitato un ruolo piu' marcato nella societa' e "questo fatto ha portato rischi di sconfinamento, con alcuni casi di protagonismo dei magistrati". D'altronde pero' "certi politici non hanno mai rinunciato all'idea di controllare e limitare l'esercizio dell'attivita' giudiziaria". Buon senso e responsabilita' garantiscono quindi quell'equilibrio dei poteri gia' disegnato dalla Costituzione. "Sia l'invasione di campo da parte della politica - ha concluso - che al contrario invasione di campo da parte della magistratura sono errori da evitare"

"Esiste gia' una legge sulla responsabilita' civile dei magistrati: garanzie per i cittadini verso i magistrati esistono gia', per il fatto stesso che esistono tre gradi di giudizio, ma e' anche opportuno che non si creino condizioni per le quali il giudice appaia intimorito dal ricorso eventuale del cittadino, ferme restando le garanzie a tutela del cittadino stesso", ha detto ancora il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, a Sulmona, nel corso dell'incontro con gli studenti del polo umanistico. Rispondendo alla domanda di uno studente sul fatto che i giudici dovrebbero rispondere in prima persona di eventuali errori giudiziari, Legnini ha auspicato che "la legge che si sta preparando in parlamento possa mantenere intatto il principio che un magistrato possa giudicare libero da qualsivoglia condizionamento nel pieno rispetto della separazione dei poteri legislativo e giudiziario". 

 Passando ai temi dell' economia il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini ha spiegato come vada tenuta alta la guardia sull'evasione fiscale e sugli sprechi. "Ma ogni discorso torna al debito pubblico che tocca cifre troppo elevate - ha sottolineato - limitando la possibilita' di finanziare servizi essenziali, come sanita', scuola, trasporti e altri". "Il debito pubblico e' un cappio al collo degli italiani - ha proseguito Legnini -. La quota prevalente di responsabilita' e' di chi aveva il potere di decidere. Nel giro di pochi anni siamo arrivati ad avere un debito pari al 132%. Ma una parte di colpa spetta anche ai cittadini che spesso chiedono cose a prescindere dagli effetti e dalle conseguenze che le loro richieste provocano sugli altri e sulla societa'"

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