Il 25 settembre prossimo, in Corte d'Assise d'Appello all'Aquila, si aprira' il processo di secondo grado per l'omicidio di Melania Rea (la giovane mamma di Somma Vesuviana uccisa il 18 aprile 2011 alle Casermette di Civitella del Tronto), per il quale il 26 ottobre scorso e' stato condannato all'ergastolo il marito Salvatore Parolisi. L'ex caporalmaggiore dell'Esercito, secondo il gup di Teramo, Marina Tommolini, che lo aveva giudicato con il rito abbreviato, ha ucciso Melania con 35 coltellate. La Corte, composta dal presidente Luigi Catelli e Armanda Servino a latere, oltre ai giudici popolari, dovra' pronunciarsi sul destino di Parolisi che ha chiesto che il processo avvenga a porte aperte.
Sostiene che contro di lui siano state dette cose non vere ed e' per questo motivo che Salvatore Parolisi, l'ex caporalmaggiore dell'Esercito condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie, Melania Rea, vuole affrontare un processo pubblico.
Non e' escluso che questa richiesta sia il preludio di una partecipazione attiva dello stesso Parolisi, che cioe' abbia deciso di fornire una sua ricostruzione o di fare dichiarazioni spontanee. La richiesta dell'imputato e' attualmente al vaglio del presidente della Corte, che fino ad oggi non si e' pronunciato. Chiedere un processo pubblico e' diritto dell'imputato, anche se non vincola i giudici a concederlo.
"Parolisi ci sara' - preannuncia uno dei difensori", Nicodemo Gentile. "Chiederemo ai giudici di fare ordine in questo processo per capire cosa sia successo realmente il 18 aprile di due anni fa. Da quel momento due sono i punti fermi: il primo, la morte di Melania, il secondo che l'assassino non e' Salvatore. Nel mezzo, c'e' un mondo che cambia in quanto ogni giudice ha dato una interpretazione diversa. Il gup ha smentito clamorosamente la ricostruzione dei fatti ed il movente della procura. Ora auspichiamo il ribaltamento netto della sentenza di ergastolo. In un processo penale - conclude l'avvocato Gentile - non riuscire a dimostrare piu' o meno i fatti equivale ad aver sbagliato qualcosa"
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