Il procuratore generale, Romolo Como, ha chiesto la conferma dell'ergastolo per Salvatore Parolisi. Lo ha fatto nel corso della prima udienza in Corte d'Assise d'Appello davanti ai giudici togati Catelli e Servino. Per il procuratore, regge l'impianto accusatorio che ha portato alla condanna al carcere a vita dell'ex caporalmaggiore anche se le motivazioni scritte nel giudizio di primo grado restano carenti. Fra alcuni minuti l'udienza a porte chiuse riprendera' con la parte civile.
''Va corretta l'impostazione delle motivazioni e la parte del movente, le motivazioni sono imprecise e male impostate ma non e' che l'eventuale difetto comporti qualcosa sulla sentenza''. Cosi' il procuratore generale della Corte d'Appello, Romolo Como, al termine della requisitoria nel processo d'Appello a carico del caporal maggiore Salvatore Parolisi accusato di aver ucciso sua moglie, Melania Rea, e per questo condannato in primo grado all' ergastolo.
Como al termine del suo intervento ha confermato la richiesta dell'ergastolo e delle aggravanti che sono crudelta', minorata difesa e vilipendio del cadavere senza le quali la Corte non potrebbe tecnicamente confermare l'ergastolo. ''La Corte puo' anche dare una diversa motivazione e arrivare allo stesso risultato'', continua Como sottolineando che i legali difensori hanno presentato le richieste di approfondimento che la Corte discutera' nella giornata di lunedi'. Como, sollecitato dai giornalisti ha anche affrontato i dubbi in relazione al movente, spiegando che ''puo' essere verosimile che sia collegato ai rapporti con la moglie'' e cioe', all'imbuto in cui si e' trovato. Rispetto ad altre discordanze tra quanto si dice nella motivazione della sentenza e in particolare sulla presenza di Parolisi nei due luoghi, Como sottolinea che ''li' forse la sentenza e' stata precipitosa nel dare interpretazioni: in base alla sentenza infatti si potrebbe dire che, anche fosse vero che inizialmente Parolisi fosse stato visto da alcune persone a Colle San Marco, cio' non esclude che potesse essere passato prima a Colle San Marco e poi al bosco delle Casermette. Sarebbe stato dirimente se Parolisi fosse stato visto successivamente all' omicidio, per questo ho chiesto la conferma dell' ergastolo''. In relazione al comportamento in aula di Parolisi, Como ha spiegato che ''e' stato sempre composto e seduto, non so se fara' dichiarazioni spontanee, lo dovreste chiedere ai suoi difensori''.
''Abbiamo chiesto un approfondimento di indagini alla luce del fatto che vogliamo dimostrare che ci sono ancora punti oscuri''. Cosi' l'avvocato Nicodemo Gentile, uno dei due legali di Salvatore Parolisi, al termine della prima udienza del processo d'Appello. ''Esiste un contrasto su prove decisive tra i Ris e i giudici, uno dice che ci sono impronte dei piedi uno dice che ci sono impronte di mani. Chiediamo se sono piedi di chi sono, se sono mani di chi sono''. Sull'udienza di stamani Gentile ha sottolineato ''che confidiamo nell'equilibrio della Corte''. ''Dopo un'ampissima relazione da parte del giudice al latere c'e' stato l'intervento del procuratore generale che ha confermato che in questo processo esiste un contrasto fra il giudice e la Procura sul movente, inoltre e' apocalittica la descrizione dei giudici'', ha detto ancora l'avvocato Gentile sottolineando che ''la richiesta di conferma dell'ergastolo non ci impressiona''. Sulle condizioni del caporalmaggiore Gentile ha spiegato che Parolisi ''ha sulle spalle un ergastolo e una richiesta di conferma della pena. E' un uomo in difficolta', ma ancora vuole combattere''.
''La partita processuale sulle aggravanti e' molto importante''. Cosi' il legale della famiglia di Melania Rea, Mauro Gionni, al termine della prima parte dell' udienza del processo d'appello al caporal maggiore Salvatore Parolisi accusato dell'omicidio della moglie e per questo condannato in primo grado all'ergastolo. ''Se non vengono confermate le aggravanti non si puo' applicare la sentenza all'ergastolo'', ha continuato Gionni il quale, in riferimento alle istanze di approfondimento delle indagini presentate dai legali di Parolisi ha sottolineato che ''sono state gia' oggetto di discussione in primo grado e comunque le nuove prove non possono essere chieste dalle parti, dipende solo dalle decisioni dell'ufficio. Non esiste infatti un potere delle parti, puo' esserci solo una sollecitazione sulla rinnovazione delle prove''. In relazione al nuovo faccia a faccia tra Parolisi e i familiari di sua moglie Melania Rea e sul possibile nuovo momento di tensione, l'avvocato ha spiegato ''di aver guardato i giudici essendo Parolisi coperto dai suoi legali e i familiari della mia assistita alle spalle quindi non mi sono preoccupato di questo aspetto''. ''E' chiaro - ha continuato Gionni - che ogni volta che c'e' un incontro con Parolisi da quello che mi riferiscono, l'atmosfera e le sensazioni si aggiungono a cose che non scompaiono mai, immagino che sia stato cosi' anche oggi anche se non abbiamo avuto il tempo di parlarne''
Il processo si aggiornera' venerdi' prossimo quando tocchera' alla difesa dell'imputato calare le proprie carte puntando dritto alla richiesta di assoluzione. I difensori contesteranno punto per punto le motivazioni che hanno portato il gup di Teramo Tommolini alla condanna all'ergastolo in primo grado. I Rea, incontrando i giornalisti, sono tornati a chiedere giustizia per Melania; Salvatore Parolisi continua invece a proclamare la sua innocenza. Nell'udienza di venerdi', potrebbe rilasciare dichiarazioni spontanee. "Lo decidera' lui alla fine - dice l'avvocato Valter Biscotti. Siamo di fronte ad un'accusa mobile, ci tocchera' smontarla come nel primo grado del processo dimostrando come la ricostruzione del giudice sia stata fantasiosa"
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