La reliquia di Papa Karol Wojtyla, trafugata la scorsa settimana dal santuario di San Pietro della Ienca, e' stata ritrovata a L'Aquila dalla polizia, nei pressi della basilica di Santa Maria di Collemaggio
La polizia ha fermato due persone di 23 e 24 anni che avrebbero confessato il furto. Sono stati loro ad indicare dove si trovava la refurtiva, nell'ex ospedale psichiatrico di Santa Maria di Collemaggio. L'ampolla, con un minuscolo pezzettino di stoffa intriso del sangue del Beato Giovanni Palo II, non sarebbe ancora venuta fuori mentre e' stato ritrovato, seppellito nei pressi del Sert, il crocifisso rubato nella stessa occasione.
I due giovani erano stati fermati perche' ritenuti i responsabili di una rapina compiuta qualche giorno fa al terimal bus di Collemaggio. In quell'occasione avevano aggredito il cassiere della biglietteria colpendolo con un pugno al volto. E' stato nel corso dell'interrogatorio, poi, che entrambi avrebbero confessato il furto della reliquia. Sul posto, intanto, sono giunti il pm David Mancini, il parroco del santuario, Jose' Obama e il presidente dell'associazione San Pietro della Ienca, Pasquale Corrriere, visibilmente commosso
C'e' l'involucro che conteneva la reliquia", ha detto Pasquale Corriere, secondo il quale "hanno preso i responsabili". "Se Wojtyla ha perdonato il suo aggressore perche' non dovrebbe perdonare anche questi ragazzi?". Il pm David Mancini ha intanto disposto che i due giovani vengano nuovamente interrogati congiuntamente dai carabinieri e dalla polizia
Nuovo rinvenimento nell'ambito delle ricerche della reliquia di papa Giovannni Paolo II. Nell'abitazione di Tempera di uno degli indagati, D.C., 21enne di origini colombiane, e' stato trovato un angioletto posto sulle teca dove era custodito il prezioso vestigio del pontefice. Ed e' proprio nelle campagne di Tempera che, anche con l'ausilio delle fotocellule dei vigili del fuoco, gli investigatori hanno proseguito nelle ricerche. Da quanto si e' appreso sono stati recuperati dei pezzetti di stoffe e garze portate in questura dove saranno fatte esaminare da Pasquale Corriere, presidente dell'associazione San Pietro della Ienca.
Il "cuore" della reliquia di Giovanni Paolo II, almeno ufficialmente, non e' stato ancora trovato. Ma per il procuratore capo, Fausto Cardella, si e' "fatta piena luce sui fatti". "La riuscita dell'operazione - afferma - e' la conferma della sintonia che c'e' all'Aquila tra la magistratura e i servizi di polizia giudiziaria, e devo complimentarmi con il sostituto procuratore David Mancini per l'ottimo lavoro di coordinamento delle indagini" portate avanti dalla polizia di Stato e dai carabinieri. Il procuratore si e' complimentato con il questore Vittorio Rizzi "per il brillante esito dell'attivita' info-investigativa che ha portato in tarda mattinata a ritrovare il crocefisso e la teca che conteneva la reliquia di Papa Giovanni Paolo II, custoditi presso il santuario di San Pietro della Ienca. Un cosi' significativo risultato - ha aggiunto il magistrato - si deve all'ottimo lavoro degli investigatori della squadra mobile aquilana, e al coordinamento informativo tra gli organi investigativi impegnati nelle indagini". Intanto, mentre uno dei tre indagati e' stato rilasciato e gli altri due rimangono in stato di fermo, la polizia ha convocato per domani alle 11, in questura, una conferenza stampa per illustrare lo sviluppo delle indagini sul furto della reliquia.
I ladri che hanno trafugato la reliquia di papa Giovanni Paolo II la scorsa settimana dal santuario di San Pietro della Ienca, a lui dedicato, pensavano si trattasse di un oggetto di valore che avrebbero potuto rivendere. Sono stati gli stessi autori del furto, rei confessi, a raccontare come sono andate le cose nel corso degli interrogatori di oggi. I tre, S.S, A.A, e D.C, tra i 21 e i 30 anni, tossicodipendenti, sono stati denunciati a piede libero con l'accusa di concorso in furto aggravato. Dopo un paio di sopralluoghi decidono di compiere il furto, di notte. Cercano oro, o comunque, oggetti preziosi. Per entrare nella chiesetta alle falde del Gran Sasso, tra Camarda ed Assergi, segano le sbarre di una finestra. Una volta dentro si accorgono che non c'e' nulla, se non quella reliquia che ritenevano essere preziosa e sulla quale avrebbero potuto lucrare. Successivamente si recano nel parcheggio di un'abitazione antisimica del progetto 'Case' nella frazione di Tempera, dove risiede uno degli indagati, e qui cominciano a fare a pezzi la reliquia. E' a questo punto che si accorgono che non era roba di valore e gettano tutto nei dintorni. Solo dopo aver appreso dagli organi di informazione l'importanza spirituale di quella reliquia e temendo che prima o poi gli investigatori sarebbero potuti risalire a loro, ritornano nel garage e rimettono insieme la teca, l'ampolla e il crocefisso. Uno, invece, si terra' un angioletto posto sopra la custodia. Oggetto ritrovato e sequestrato nell'abitazione di uno dei tre che vive a Tempera. Ma il pezzettino di stoffa intriso del sangue di papa Wojtyla non lo ritrovano. Tutto il materiale verra' poi gettato dietro un cespuglio nei pressi del Sert dell'ex ospedale psichiatrico di Santa Maria di Collemaggio, dove la polizia ha poi fatto il rinvenimento. Gli investigatori sarebbero arrivati alla loro identita' controllando i tabulati telefonici di chiamate fatte tra la fine della scorsa settimana e gli inizi dell'attuale da persone conosciute alle forze dell'ordine. La polizia, alla fine, ha indirizzato i sospetti su uno di loro che, messo alle strette, ha poi confessato. A questo punto pensare di ritrovare quel minuscolo pezzettino di tessuto sara' impresa ardua, se non impossibile. Neve e vento che in quei giorni hanno spazzato il capoluogo lo avranno trascinato chissa' dove.
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Svolta nelle indagini sul furto sacrilego compiuto la scorsa settima nel santuario della Ienca dedicato a Papa Giovanni Paolo II. La polizia, stamani, ha fermato due giovani aquilani che hanno confessato di essere gli autori della profanazione. Nell'ex clinica psichiatrica di Santa Maria di Collemaggio, nei pressi del Sert, gli investigatori hanno rinvenuto, interrati, la teca priva della reliquia del pontefice e la croce. I fermati sono un 23 e un 24enne del capoluogo che la polizia aveva posto in stato di fermo per una rapina compiuta qualche giorno fa al terminal bus di Collemaggio dove il cassiere della biglietteria fu aggredito con un pugno al volto. Sarebbero stati loro, poi, a confessare il furto sacrilego. Il pm David Mancini ha disposto che entrambi vengano interrogati congiuntamente da carabinieri e polizia. Sul posto, oltre al magistrato, sono arrivati il parroco del santuario, Jose' Obama e il presidente dell'associazione San Pietro della Ienca, Pasquale Corriere, visibilmente commosso. Il rinvenimento della reliquia, un pezzettino di stoffa intrisa del sangue dell'abito del pontefice quando rimase vittima dell'attentato a piazza San Pietro, il 13 maggio 1981, potrebbe essere questione di ore
I fermati sono entrambi tossicodipendenti, conosciuti dalle forze dell'ordine. Intanto mentre il pm David Mancini, insieme con carabinieri e polizia, sta interrogando in queste ore i due presunti ladri sacrileghi, gli investigatori si sono recati anche nelle loro abitazioni per cercare il pezzetto di stoffa intriso di sangue del pontefice, "cuore" della reliquia trafugata la scorsa settimana.
Il racconto dei due fermati, ai quali intanto se n'e' aggiunto un altro, presunto complice, e' molto frammentario, costellato da molti 'non ricordo'. Di certo gli indagati hanno sostenuto di essersi disfatti della reliquia gettandola, ma non sanno indicare esattamente dove. Pertanto le perquisizioni si sono estese nelle abitazione degli amici, nei garage e nelle zone che maggiormente frequentano
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