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Pubblicato il 23/10/2012 18:06

L'artista Vincent Giannico "torna a Sarajevo"

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"Back to Sarejevo" e' il nome del viaggio artistico che ha appena compiuto l'artista d'origine abruzzese Vincent Giannico

"Back to Sarejevo" e' il nome del viaggio artistico che ha appena compiuto l'artista d'origine abruzzese Vincent Giannico: il percorso - che lui stesso definisce "ideale" - ha attraversato quasi tutta la penisola balcanica, passando attraverso la Croazia, la Bosnia ed Erzegovina, la Serbia, il Montenegro, l'Albania, il Kosovo, la Macedonia e la Grecia, per un totale di 3.134 Km. Un viaggio in solitudine, accompagnato solo dall'attrezzatura necessaria e dalla sua fidatissima Uno rossa.

Per l'artista non era la prima esperienza nell'ex Jugoslavia, ma questa volta c'era un motivo in piu' per andare: una straordinaria live artistic performance, una commemorazione storica a 20 anni dall'inizio di quel tragico conflitto che negli anni novanta ha devastato quelle zone, spezzando le vite dei Balcani per sempre. L'idea, che maturava da circa un anno nella testa di Vincent, e' molto interessante e del tutto personale: chi lo conosce sa che non e' nuovo a queste intuizioni. La performance e' tutta basata sull'esposizione di un elmetto militare capovolto, cosi' diventa un contenitore qualsiasi, perde le funzioni di offesa o difesa, dal cui interno spunta un fazzoletto bianco - simbolo di pace e speranza - che e' stato fotografato in primo piano dinanzi a monumenti o panorami di quattro citta' martoriate da quel conflitto, quali: Mostar, Sarajevo, Gorazde, Visegrad.

Nell'opera si sente il sapore amaro della Guerra, che rovescia le cose, capovolge le esistenze; ma la lettura cerca anche di dare uno sguardo positivo: la speranza - quel fazzoletto bianco, messo li' non a caso - di riuscire ad uscire sempre dai conflitti, e a ristabilire la pace. L'intenzione comunicativa e' nel senso stesso della Memoria, nello stringersi attorno ad un popolo che ha vissuto tante sofferenze, per via di un insensato odio razziale. L'autore non manca di ricordare il differente impatto visivo nei suoi viaggi; il vedere prima una Sarajevo "abitata, viva, dinamica, adagiata su una pianura sconfinata, con dei colli a ferro di cavallo tutt'intorno, come a proteggerla; poi, invece, una Sarajevo massacrata dalle bombe, 'rosicchiata' da proiettili, persone mutilate dalle mine". "Ora" dice Giannico "e' , almeno all'apparenza, una capitale come tante in Europa, che cerca di vivere un futuro migliore". Il Viaggio e' stata l'occasione per fare molti incontri, per avere dei momenti di riflessioni e per visitare quei luoghi a cui ormai e' cosi' affezionato. Tutta la performance e' un regalo che Giannico fa a tutti quei paesi, affinche' imparino a non dimenticare la loro storia, a risollevarsi, affidando alla fratellanza la memoria di un passato truce. 

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