Si allungano, all'Aquila, i tempi per definire il processo per il crollo, nel terremoto dell'aprile 2009, di un edificio in via d'Annunzio, dove morirono 13 persone, uno dei filoni della maxi inchiesta coordinata dalla procura della Repubblica dell'Aquila.
Il pubblico ministero, Fabio Picuti, ha chiesto e ottenuto dal giudice la nomina di un perito del Tribunale che dovra' fornire l'ultima parola sulle cause del crollo. Questo per dirimere la diversita' di vedute tra la consulenza dell'accusa e quella della difesa, che hanno concluso i rispettivi esami con esiti opposti. La prossima udienza e' stata fissata l'11 dicembre, quando sara' indicato il nome del super perito.
Imputati, l'ingegnere aquilano Fabrizio Cimino, 50 anni, e Fernando Melaragno, 63, molisano di Forli' del Sannio.
Entrambi sono accusati di omicidio colposo plurimo e lesioni in riferimento a presunti errori nella ristrutturazione del palazzo del 2002. Per un terzo imputato, Filippo Impicciatore, 81 anni di Perano, che si occupo' della costruzione originaria nel 1961 e attualmente risiede in Venezuela, la posizione e' stata stralciata: il suo procedimento proseguira' separatamente con un giudice diverso. Altri costruttori sono invece nel frattempo deceduti
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