Salvatore Parolisie' indagato per "violata consegna" dalla Procura militare di Roma. L'indagine a carico del caporalmaggiore , condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie Melania Rea, sarebbe relativa a fatti risalenti tra la fine del 2008 e marzo 2009 e mai contestati prima. I legali del sottufficiale, Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato cosi' commentano: "Abbiamo appreso negli ultimi giorni che Salvatore Parolisi risulta indagato dal 2012 per 'violata consegna'. Questo, unito agli ultimi accadimenti, fa trapelare la malcelata volonta' di rendere Parolisi un 'eterno imputato'".
Per i legali "si tratta soltanto di un tentativo di spostare l'attenzione su fatti inconsistenti per sottrarsi al confronto sulle circostanze e sui comportamenti analiticamente rappresentati in tutti gli atti della difesa, che, con adesione totale alle emergenze processuali, ci dicono che Parolisi e' innocente. Rispetto a questo ha combattuto e combattera' con ogni mezzo, tralasciando ogni altra questione palesemente infondata e pretestuosa; lo fara' non solo per se stesso, ma soprattutto per la figlia, alla quale tuttora si impedisce di vedere il padre, nonostante di recente un perito del giudice abbia detto chiaramente che la bambina lo vuole vicino".
Nel frattempo è stato presentato il ricorso al tribunale di Nola affinche' Salvatore Parolisi possa rivedere la figlioletta. L'avvocato difensore del caporalmaggiore condannato in primo grado all'ergastolo per la morte della moglie Melania Rea, Federica Benguardato, depositera' l'istanza tra la fine della prossima settimana ed i primi giorni di aprile. Nel ricorso, la difesa fara' leva sulla relazione del consulente tecnico nominato dal giudice tutelare partenopeo che per mesi ha seguito la figlioletta di Salvatore e Melania. "Al termine di test ed incontri vari - spiega l'avvocato Benguardato - il ctu ha concluso che per il bene della bimba e' necessario che si ripristino gli incontri con il padre". Parolisi, infatti, oltre alla liberta' ha perso per decisione del giudice di Teramo anche la patria potesta'.
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