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Pubblicato il 11/12/2012 07:07

Processo Housework, il pm chiede sei anni per D'Alfonso

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Varone ha chiesto sei anni anche per Guido Dezio, mentre per gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto ha chiesto due anni e sei mesi.

Sei anni e l'interdizione dai pubblici uffici. E' la condanna chiesta dal pm Gennaro Varone per l'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, imputato nel processo su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune di Pescara. Il pm ha chiesto sei anni anche per Guido Dezio, mentre per gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto ha chiesto due anni e sei mesi. D'Alfonso deve rispondere di corruzione, concussione, associazione per delinquere, appropriazione indebita, truffa e peculato. Dezio invece e' accusato di concussione, tentata concussione,corruzione, abuso, associazione per delinquere, truffa, appropriazione indebita. Per Carlo e Alfonso Toto l'accusa e' di corruzione.

Il pm ha inoltre chiesto tre anni per il geometra Giampiero Leombroni; due anni e sei mesi per l'imprenditore Massimo De Cesaris, Angelo De Cesaris, Alberto La Rocca; due anni per l'imprenditore Rosario Cardinale, Antonio Dandolo, Marco Mariani, Francesco Ferragina; un anno e otto mesi per Vincenzo Cirone; un anno e sei mesi per Fabrizio Paolini, Giacomo Costantini, Nicola Di Mascio, Enzo Perilli, Pietro Colanzi, Luciano Di Biase; un anno per Pierpaolo Pescara, Marco Molisani,Marco Presutti. Per Finizio Giampiero la richiesta e' di due mesi. Per Vincenzo Fani' la prescrizione. Il pm per gran parte degli imputati ha chiesto l'interdizione dai pubblici uffici. Per D'Alfonso e Dezio l'interdizione perpetua. Varone ha chiesto per l'ex primo cittadino anche la confisca dell'immobile in sequestro.

Il Comune di Pescara, con il suo legale Claudio Di Tonno, ha chiesto un risarcimento di parte civile di  2 milioni di euro. A ciò si aggiunge la richiesta della disapplicazione di tutti gli atti amministrativi sottoscritti sotto la giunta D'Alfonso. La richiesta deriva dagli «effetti che hanno avuto i comportamenti degli imputati generando sia un danno all'immagine che un danno patrimoniale. Abbiamo l'esigenza di restituire alla collettività un elemento di certezza, legalità e giustizia». L'avvocato Luigi Peluso ha chiesto un risarcimento di 20mila euro per i fratelli Dario e Norma Di Pentima in merito alla vicenda della presunta tangente  - che non fu mai pagata - richiesta da Dezio, in accordo con D'Alfonso.

Iniziate le arringhe difensive per Giampiero Finizio, Vincenzo Fanì, Pietro Colanzi, Nicola Di Mascio e Enzo Perilli.

Il calendario delle prossime udienze prevede un solo appuntamento per dicembre, quello di lunedì prossimo. Poi si passa a gennaio si comincia il 7, poi 14, 21 e 28 con le ultime due date che sono dedicate ai due imputati più gravati. Il 21 interamente riservata alla difesa di Dezio e il 28 a quella dell'ex sindaco Luciano D'Alfonso. Il Collegio giudicante poi stabilità una data per eventuali repliche e poi si andrà alla camera di consiglio per la sentenza.

 

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