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HOME » ECONOMIA » BALNEARI DI TUTTO L'ADRIATICO SI RIUNISCONO A SILVI
Pubblicato il 03/02/2013 21:09

Balneari di tutto l'Adriatico si riuniscono a Silvi

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La Torre (Confesercenti): tutelare le 800 imprese abruzzesi

Arriveranno da tutto il Medio Adriatico i balneari chiamati a raccolta dalle principali associazioni di categoria. Lunedì, all’interno della Fiera Adriatica di Silvi Marina,  si terrà la ventiduesima edizione della fiera per addetti ai lavori “Saral”, le associazioni più rappresentative del settore, ovvero Fiba-Confesercenti, Sib-Confcommercio, Fab-Cna e Assobalneari-Confindustria, hanno convocato gli associati delle regioni dell’Adriatico per discutere del futuro delle loro imprese. Alla manifestazione - che inizierà alle 15.30 - sono invitati i rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, perché sia possibile un confronto a viso aperto sul destino delle oltre 30mila concessioni balneari, prevalentemente affidate a piccole e medie imprese. 

«Per l’Abruzzo questa è una partita decisiva – spiega Antonio La Torre, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Fiba-Confesercenti – perché la più grande industria non delocalizzabile viene messa in discussione. Vogliamo difendere il diritto degli abruzzesi a fare impresa senza dover cedere il passo alle multinazionali. La sfida è aperta, se la politica ci crede è possibile tutelare le 800 imprese abruzzesi non solo a parole. La prossima legislatura sarà decisiva per liberare l'intero settore da questa situazione di incertezza e precarietà che dura oramai da più di quattro anni con blocco degli investimenti e la conseguente perdita di competitività».

«Vogliamo impegni precisi dalla politica per la tutela dell'attuale sistema turistico costiero e per la salvaguardia delle 30.000 aziende  della balneazione italiana» aggiunge Cristiano Tomei, coordinatore nazionale di Fab-Cna, «chiediamo gli stessi diritti accordati ad altri Paesi europei riaprendo il confronto in Europa sulla direttiva servizi, per evitare le aste e la liquidazione di migliaia di imprese familiari. La politica deve darci risposte chiare e non ambigue».

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