Il progetto Ombrina mare va avanti. A dirlo è il Wwf. "Per il progetto Ombrina non esiste una approfondita analisi del rischio nonostante sia a ridosso della costa, quando nel resto del mondo queste strutture sono poste a decine e decine di chilometri di distanza", ha dichiarato Fabrizia Arduini del WWF Abruzzo in occasione della manifestazione che, lo scorso 13 aprile, ha portato migliaia di persone in piazza a Pescara per dire no al progetto di estrazione.
Un progetto che - dicono gli oppositori - rappresenterebbe un danno enorme per l'ambiente, la salute e il turismo lungo la costa abruzzese. Senza portare - tra l'altro - vantaggi economici: "Delle 136 concessioni di coltivazione a terra attive sul nostro territorio - si legge in un dossier del WWF - solo 21 hanno pagato royalty nel 2010 e su 70 coltivazioni a mare, solo 28 le hanno pagate".
Inizialmente bloccato dal "Decreto Prestigiacomo", che imponeva una fascia di rispetto di 12 miglia per questo tipo di progetti, a rimettere in moto Ombrina Mare è stato, l'anno scorso, il "Decreto Passera", che ha rimosso il vincolo delle 12 miglia per i progetti antecedenti il 2010. "In un mare chiuso con coste densamente abitate come l'Adriatico - dice ancora il WWF Abruzzo - una moratoria sulle trivellazioni andrebbe introdotta a causa dei fortissimi rischi di incidente".
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