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Pubblicato il 15/04/2016 10:10

A Milano con le opere di Tina Bellini

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di Giulia Grilli

Il colore è uno dei suoi segni distintivi, e la sua creatività si esprime a cavallo tra la Pop Art e un'indiscutibile voglia di rompere le regole per dar libero sfogo alla propria vena artistica. Tina Bellini, trentottenne pescarese, grazie al suo innato talento, sbarca a Milano negli spazi della Fabbrica del Vapore, da anni uno dei poli più importanti della settimana del Salone Internazionale del Mobile. La manifestazione, aperta dal 2 al 17 aprile 2016, in coincidenza con la 21° Triennale e la Design Week, vede la Bellini come unica designer abruzzese presente nella mostra "Visioni Oniriche".

 

"Per Milano ho scelto di esporre cinque mobili: una cassettiera dedicata a Mondrian, una consolle con specchio dedicati a Warhol, tutti parte del mio personale progetto sugli artisti del Novecento; ma anche un tavolo decorato con un mio dipinto dal titolo la Vedova Nera, un comodino lavorato con le lattine e una poltrona rivestita di giornali", afferma la creativa.

 

 

 

 

La sua espressione artistica prende vita sul supporto materico: la designer reinterpreta, infatti, i mobili classici in chiave moderna, partendo dal legno grezzo per dipingerlo o rivestirlo ricorrendo al riciclo di materiali come lattine, giornali o immagini fotografiche. Nulla a che vede con il decupage: le tecniche impiegate rendono ogni articolo di arredamento un vero e proprio prototipo. "Realizzo molto spesso dei mobili su commissione, lavorando, ad esempio, il vecchio comò di famiglia per riadattarlo e renderlo più moderno. Mi piace innovare, non ripetermi mai, non focalizzarmi su un unico stile e garantire ad ogni cliente l'esclusività dell'opera".

 

Titolare di Visionarie Design Gallery, concept store a confine tra Pescara e Montesilvano, e del negozio di arredamento De Zelis assieme al marito, Tina è anche arredatrice d'interni e designer. La sua è una vita trascorsa a braccetto con la creatività: dal Liceo Misticoni Bellisario ai corsi di scenografia e arti visive. "Per dieci anni ho smesso di dipingere, lavorando con mio fratello nella sua concessionaria di autoveicoli, ma poi ho capito che non potevo farne a meno. Oggi ho la fortuna di poter fare ciò che davvero mi piace, trascorrendo il tempo libero che ho per dedicarmi alla realizzazione delle mie opere. Questo è un lavoro che fai solo seguendo una grande passione, altrimenti perde di autenticità".

 

 

 

 

"La lunga pausa che mi ha allontanato dalla pittura ha reso il nuovo inizio più difficile, riabituare la mano ai pennelli non è stato un processo immediato, ma tutto è tornato alla normalità e ormai sono tre anni che ho scelto di proseguire in questa direzione. Inoltre, l'otto dicembre 2013, ho aperto Visionnaire Design Gallery, dove è possibile acquistare sia i miei mobili che le proposte di tanti designer italiani che ho selezionato nel tempo frequentando il Salone del Mobile".

 

Grazie al web e ai social, le risposte positive non sono tardate ad arrivare, e oggi, Tina Bellini sta costruendo una fitta rete di contatti, lavorando su commissione anche per clienti provenienti dalle grandi città.

 

"Essere presente a Milano è una bellissima opportunità, ma resto con i piedi per terra! Non sento di essere arrivata, di aver segnato un traguardo, in fin dei conti sto cercando di fare qualcosa nel mio paese, come molti attorno a me", spiega Tina. "Essere stata selezionata è sicuramente un incentivo a continuare, a proseguire per questa strada".

 

 

 

 

Le difficoltà, ovviamente, non mancano, da quelle tecniche a quelle di mercato. Adattare un dipinto alle forme e alla funzionalità di un mobile è l'aspetto più complesso del lavoro della designer che si scontra quotidianamente con una piazza in cui la creatività non è certo un bisogno quotidiano. "Pescara è una città che ha tante potenzialità, che ha spazi in cui l'arte potrebbe svilupparsi ed essere diffusa, ciò nonostante sembra che questo argomento interessi a poche persone. Per questo motivo spero di poter dare un mio contributo".

 

Ammette di non essere brava a fare progetti a lungo termine, ama focalizzarsi sul presente con ottimismo e gioia di vivere. "In futuro spero di poter continuare a dar libero sfogo alla mia passione e non nascondo che mi piacerebbe poter lavorare anche all'estero" conclude Tina. "E poi, chissà, potrei anche organizzare degli eventi artistici: la città ne avrebbe davvero bisogno".

 

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