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Pubblicato il 07/11/2013 08:08

Berlusconi anticipa il Consiglio nazionale

berlusconi

Un lunghissimo incontro con Raffaele Fitto e poi una telefonata con il vicepremier Angelino Alfano. Silvio Berlusconi alla fine di una nuova giornata di riunioni rompe gli indugi e si convince a dar retta ai lealisti che da tempo (l'ex ministro degli Affari Regionali e' stato il primo)gli suggerivano di anticipare il Consiglio Nazionale. E cosi' il Cavaliere nel tardo pomeriggio da' mandato di diffondere la lettera di convocazione del Cn per il 16 novembre. Una netta accelerazione rispetto all'8 dicembre, data stabilita all'ufficio di presidenza del 25 ottobre, per arrivare al voto sulla decadenza al Senato da leader saldamente in sella alla nuova Forza Italia.

I governativi rispondono con un documento che oltretutto rimarcherebbe la loro forza al Senato con trenta firme acquisite. Raccontano che la decisione del Cav di affrettare i tempi sia stata dettata in parte anche dall'umore sempre piu' nero a cui contribuisce il caos che regna ormai nel Pdl diviso in due tronconi. Ora basta - sarebbe stato il ragionamento dell'ex capo del governo - mi sono stancato di questa guerra di dichiarazioni che prosegue nonostante abbia detto a tutti di abbassare i toni. Alla difficolta' ormai di gestire le due anime pidielline si aggiunge la rabbia per il timing deciso al Senato sulla decadenza.

Un calendario ostico, gli avrebbero fatto notare i commensali oggi a pranzo, contro cui bisogna opporsi. A nulla questa volta sarebbe valso il pressing di Gianni Letta che da sempre gli consiglia prudenza e cosi' l'ex premier decide di firmare la lettera di convocazione. Voglio arrivare al voto di palazzo Madama da leader forte del mio partito per poi guardare in faccia con il voto palese chi mi vota contro, ha spiegato a quanti gli chiedevano il perche' della decisione. Consapevole del fatto di non avere i numeri per rovesciare il tavolo del governo l'ex premier si gioca la carta del partito. Sara' lui infatti ad aprire i lavori del Consiglio Nazionale lanciando alla platea un appello all'unita' e poi chiedere che il partito decida l'atteggiamento da tenere sulla legge di stabilita' e sulla decadenza: Vediamo come sara' modificata la manovra - ha spiegato - e' insieme decidiamo cosa fare. Stesso discorso per quanto riguarda la mia decadenza ed il rapporto con il governo: ascoltero' il dibattito e poi trarro' le conseguenze. Un ragionamento che chiama in causa direttamente Angelino Alfano.

L'ex capo del governo non avrebbe gradito per nulla la riunione fatta ieri sera dal vice premier ed alcune dichiarazioni come quella di Formigoni che parlava apertamente di un documento dei governativi: ma come - sarebbe sbottato - fanno gli appelli all'unita' e poi preparano gia' la conta? Insomma una serie di mosse poco gradite a palazzo Grazioli anche perche' e' il ragionamento fatto dall'ex premier: Alfano puo' anche avere i numeri in Senato ma fuori vale meno del 2% della Meloni. Il clima insomma e' tutt'altro che disteso ecco perche' i governativi hanno messo a punto il loro documento da sottoporre al consiglio.

All'ordine di convocazione del Consiglio Nazionale e' stato allegato il documento dell'ufficio di presidenza del Pdl su cui i lealisti hanno iniziato la raccolta delle firme (si parla gia' di 600 adesioni), l'altro su cui sono al lavoro i governativi fa riferimento alla leadership di Berlusconi e al passaggio a Forza Italia ma contiene anche dei riferimenti chiari al sostegno al governo e alla necessita' che si modifichi lo statuto per costruire una struttura da affiancare al Cavaliere in cui siano rappresentate tutte le anime. L'obiettivo dei governativi e' tentare il tutto e per tutti evitando una conta e aprendo alla possibilita' che i due testi siano firmati entrambi dai membri del consiglio.

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