Silvio Berlusconi ha incontrato ieri sera una pattuglia di dirigenti guidata da Raffaele Fitto per mettere in chiaro l'assoluta indisponibilita' ad essere 'defenestrati' dal partito. Devi capire - gli avrebbero fatto presente al Cavaliere - che tanto Alfano continuera' a farti la guerra e noi non riusciremo a difenderti. La discussione tra di loro e' poi proseguita nella sede del Pdl dove e' stato ultimato un documento politico in cui si ribadisce lealta' al Cavaliere e la disponibilita' ad abbassare le armi a patto che nel gruppo dirigente ci sia un riequilibrio dei ruoli. Discorso che questa hanno rifatto all'ex capo del governo chiedendo un loro rappresentante al vertice del partito. La persona indicata sarebbe proprio l'ex ministro pugliese Fitto, 'anima' del gruppo intorno a cui si e' consolidato un forte consenso. I toni con Berlusconi, almeno in premessa, raccontano i diretti interessati saranno ultimativi: se siamo indesiderati da Alfano allora ce ne andiamo noi. L'idea infatti circolata gia' ieri pare sia quelle di rovesciare i termini della questione costringendo Alfano a dare vita ai gruppi autonomi, lasciando invece il Cavaliere alla guida del Pdl-Fi. L'ex capo del governo tentera', come spiegano i suoi fedelissimi, ancora di mediare e riportare tutti a piu' miti consigli (concentrato ora sulla prova del 9 del voto sulla sua decadenza) evitando anche di dare all'esterno l'immagine di un partito spaccato: "Il Pdl e' unito c'e' solo qualche contrasto interno", si e' affrettato a ripetere il Cavaliere ai cronisti che lo hanno atteso fuori palazzo Madama. Unita', ovviamente, solo apparente perche' la sensazione di tutti, sia falchi che colombe, e' che il partito ormai composto da due anime ben distinte difficilmente potra' restare con questi assetti
Ma per ora l'ipotesi di una scissione dei gruppi Pdl, ancora possibile, e' messa in stand by. Dopo la riunione notturna dei ministri con l'ala 'dissidente' e dopo un nuovo faccia a faccia, in mattinata, tra il Cavaliere e Alfano, uno dei piu' entusiasti promotori dell'iniziativa, Roberto Formigoni, rallenta: "Abbiamo trovato un Berlusconi dialogante e la linea del nuovo gruppo e' sospesa", annuncia. Ma la partita per prevalere sui falchi nel partito e' in pieno corso. Si lavora a un documento per ricompattare il corpaccione del Pdl attorno a una linea moderata, emarginando 'gli estremisti'. E ci sarebbe dovuto essere una conferenza stampa di Alfano con gli altri ministri Pdl, annullata per la tragedia di Lampedusa. Ma intanto, arriva la contromossa dei falchi. Che, per iniziare, si contano. E in serata si presentano a Palazzo Grazioli con un documento in sostegno dell'ex premier e contro il segretario Alfano, con oltre cento firme in calce (da Fitto a Carfagna, da Gelmini a Verdini, Santanche', Brunetta e Bondi). E' il tentativo di dimostrare che la 'fazione' che ha prevalso in Parlamento non e' maggioritaria nel partito. E per chiedere a Berlusconi di non lasciare che gli alfaniani si prendano il Pdl. "Bussano a palazzo Grazioli per la resa dei conti interna. In un giorno come questo... Senza parole", dice Gaetano Quagliariello, che sulle beghe nel partito aveva auspicato una moratoria. Ricompattare il Pdl, insomma, appare impresa tutt'altro che facile. Il Cavaliere deve compiere le sue valutazioni. In un momento per lui delicatissimo, quello della ufficializzazione della decadenza (questo l'esito piu' probabile, vista la ferma posizione del Pd) da parte della giunta del Senato. "Magari, cosi' mi riposo", prova a sdrammatizzare Berlusconi. Ma e' una vigilia molto tesa.
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