L'Udc e' spaccato, dilaniato da lotte interne. Una parte del partito mette sotto accusa Pier Ferdinando Casini e chiede di 'convocare subito il congresso'. Mario Tassone, eletto per la prima volta nel 1979 con la Dc, l'ultima nel 2008 con l'Udc, prova a mettere insieme gli scontenti invitandoli l'11 maggio a Roma e lancia la sfida al suo segretario.
Il progetto 'casiniano' di allearsi con Mario Monti ha dato risultati elettorali modesti, consegnando alle cronache un partito ancora sotto choc. I sondaggi vedono i centristi in difficolta' ma, soprattutto, non e' ancora chiaro quale sara' il futuro degli eredi storici della Democrazia Cristiana.
Nuove scissioni, una rifondazione del partito con un altro nome (magari con un ritorno al passato), alleanze strategiche o la scelta di perseguire una strada solitaria lontana da destra e sinistra: sono tutte ipotesi sul tavolo ma anche occasioni per nuovi scontri interni. In difficolta' e' l'attuale gruppo dirigente, oltre a Casini anche Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione, messo sul banco degli imputati da chi chiede 'un congresso il prima possibile'.
Tassone annuncia 'una manifestazione dei Cristiano Democratici Uniti, l'11 maggio all'Hotel Parco dei Principi di Roma'. L'ex parlamentare usa toni prudenti: 'Non vogliamo ricomporre la Cdu, e' storia passata, ma vogliamo valorizzare una esperienza che ha le sue radici nella Dc. Ma, attenzione, non vogliamo una scissione. Solo rifondere l'area centrista', spiega in conferenza stampa a Montecitorio.
La sala applaude. Ci sono pochi giovani. Non e' certo un'immagine che rimanda al cambiamento. Anche se un relatore azzarda una giustificazione: 'Cito un conosciuto proverbio africano: 'Riesce a vedere meglio il futuro un vecchio che sta seduto piuttosto che un giovane in piedi' - afferma al microfono - Voglio dire che non basta affidarsi al 'giovanilismo' '. E la sala applaude ancora.
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