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Pubblicato il 27/11/2014 10:10

Riforme, Napolitano fa il punto con Renzi e Boschi

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Giorgio Napolitano, preoccupato da alcuni segnali di cedimento nei partiti e di allontanamento dell'opinione pubblica, ha riunito al Quirinale Matteo Renzi e il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi per fare il punto dei tanti provvedimenti che dovrebbero essere approvati entro la fine dell'anno. Proprio quel mese di dicembre nel quale il capo dello Stato potrebbe chiarire ulteriormente la sua annunciata uscita dal Colle che rimane confermata - se non nella data - nella sua determinazione personale. Calma e gesso, quindi. Perche' non bisogna perdere di vista il bersaglio grosso nella furia della corsa, cioe' la stabilita' politica necessaria per chiudere a 360 gradi il ciclo delle riforme. Perche' legge elettorale e riforma del Senato non possono che viaggiare appaiate, sorrette da un ampio accordo politico che va cercato e puntellato con determinazione evitando prove di forza. Da sempre il presidente ha legato la fine del suo secondo mandato alle riforme e alla lucida valutazione delle sue forze in relazione alla gravosita' del suo ufficio. Dunque andrebbe benissimo il via libera del Senato all'Italicum entro la fine dell'anno (anche se in Parlamento l'ipotesi viene spostata a gennaio) e meglio ancora la chiusura entro dicembre della seconda lettura sulla riforma costituzionale che sancirebbe la fine del bicameralismo paritario (andra' in aula alla Camera il 16 dicembre). Ma nessuno puo' pensare che il presidente possa condizionare il buon esito delle riforme ad una sua firma in calce. Cosi' come e' necessario sfumare i timori di quanti leggono nella fretta del Governo sull'Italicum il preannuncio di elezioni anticipate. Sulle quali mai Napolitano metterebbe il proprio sigillo perche' l'indigesto compito spetterebbe - e sarebbe lasciato - al suo successore. Per questo il presidente ha chiesto conto delle intenzioni del premier suggerendogli per le prossime settimane un percorso che tenga in considerazione "le preoccupazioni delle diverse forze politiche, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra legislazione elettorale e riforme costituzionali". Non quindi una modifica del Porcellum avulsa dal contesto che, questa si', sarebbe letta come una volata al voto di primavera. Naturalmente sullo sfondo prende sempre piu' corpo il rebus Quirinale: e il rischio di un "remake" di quanto successe in Parlamento prima della rielezione dello stesso Napolitano non puo' non essere messo in preventivo. Ecco perche' l'incontro - e il successivo comunicato della presidenza della Repubblica - aveva l'obiettivo di tranquillizzare le forze politiche che la velocita' nelle riforme di Renzi non deve essere letta come il desiderio di rovesciare il tavolo. Ma che, anzi, il Quirinale vuole il massimo della condivisione possibile tra i partiti su quella che e' la riscrittura delle regole del gioco. E non importa se quando si arrivera' all'approvazione finale dell'Italicum e delle riforme costituzionali sotto i provvedimenti ci sara' la firma di un altro presidente perche', come ha detto oggi il premier, "fatte le riforme dovremo dire un grande grazie a Napolitano, che sulle riforme ha speso tutta la sua forza e autorevolezza". L'importante, per Napolitano, e' che le riforme marcino, siano condivise e fatte al meglio

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